febbraio/marzo 2004
La storia di Baffo

L'UNIONE SARDA - 3 FEBBRAIO 2004 - ORISTANO E PROVINCIA
 
Mogoro.
Maltrattamenti contro animali. La criminologa: non sono ragazzate
Un ferro stretto al collo, cagnolino vittima di torture
La denuncia: «Quell’atroce violenza lo sta uccidendo»

«Quel collare è una tortura, lo sta uccidendo»

Mogoro (OR)
 

Un pezzo di fil di ferro stretto intorno al collo. Un’atroce tortura su un povero cagnolino. È l’ennesima storia di violenza nei confronti degli animali. Stavolta teatro di tanta sevizia è Mogoro. Il piccolo cane spesso lo si può trovare nella strada che separa le poste dagli uffici del comune. Al mattino si aggira in quel rione. Ha quel pezzo di fil di ferro che gli sta martoriando il collo. La carne sta addirittura crescendo sopra questo collare di tortura. Il cane si dimena, sente il ferro in gola come un supplizio quotidiano. Una sofferenza atroce ma non riesce a liberarsi ed ha anche serie difficoltà nei movimenti. A denunciare l’ennesimo caso di maltrattamenti e violenza sugli animali è un giovane di Mogoro, Gigi Orrù: «Mi fa una pena incredibile questo povero cagnolino, sembrerebbe un bassotto. Certo è molto piccolo e il collo continua a sanguinare», racconta il ragazzo, che aggiunge: «Sicuramente ha un padrone. Ma è possibile che una persona dotata di un po’ di buon senso non si renda conto del dolore che quel fil di ferro provoca al suo cane?». Ma il sospetto è che quella violenza sia stata fatta da qualche persona con il preciso scopo di vederlo soffrire. Baffo, così Gigi ha deciso di chiamarlo, è piccolo, basso e dal pelo marrone. La gente lo guarda ma nessuno fa niente. Proprio come poche mattine fa, quando l’Ufficio postale era pieno di anziani che dovevano ritirare la pensione. In tanti hanno osservato Baffo soffrire. «Un orribile spettacolo», prosegue Gigi. Il comune in collaborazione con la Asl di Oristano ha portato a termine l’anagrafe canina, dotando così ogni cane di un microchip.
I maltrattamenti contro gli animali sono, purtroppo, un fenomeno sempre più diffuso anche in città come Oristano, così come in piccoli comuni della provincia. Se n’è parlato anche sabato sera in un convegno a Milis, nel corso del quale Stefania Carletti, esperta di criminologia e Loredana Sanna, di pedagogia clinica, dell’unico studio psico-pedagogico clinico e giuridico presente nell’isola, sono intervenute sui casi di devianza che portano a episodi di violenza verso bestie indifese. «Esistono due tipologie di persone che seviziano gli animali», spiega Stefania Carletti. «L’adolescente fino ai 18-20 anni e poi la persona matura». I gesti di ragazzi sono spesso legati a fenomeni di bullismo, «atti che non vanno considerati come delle semplici ragazzate, ma che indicano uno stato di poca serenità del ragazzo», prosegue la Carletti, «il bullo può esprimere il suo bisogno di dominio e di prevaricazione anche sugli animali, agisce senza sensibilità, spesso imita azioni violente osservate nei comportamenti degli adulti». Possibili soluzioni? «Segnalare i casi al servizio sociale del Comune oppure alla scuola». E qui un appunto anche per i genitori. «Spesso, non sempre, tendono a giustificare i propri figli. I ragazzi possono però essere aiutati e corretti», dice la criminologa. Più preoccupante è il caso di adulti che scaricano la loro aggressività su animali indifesi. «Qui la violenza diventa un fatto consolidato, un’abitudine radicata, più difficile da debellare. Sono molti i casi di allevatori che non hanno cura dei propri greggi o di persone che tengono in uno stato deplorevole i propri animali domestici», conclude l’esperta.

Antonio Pintori

 

febbraio 2004   -   dalla Mailing list di Bairo:
 
 
da Evi da Milano:
 
 
Ma qualcuno che prenda la bestiola e la porti da un veterinario? No, non c'è proprio arrivato nessuno...a pensarlo, dico. Eppure Oristano
è abitata, mi pare...
Non parliamo di fare una denuncia...
Evi da Milano
 
 
da Francesca da Firenze:
 
 
Ma com'è possibile che stiano a guardarlo soffrire e nessuno lo porti da un veterinario per togliergli il filo di ferro? E' un bassotto non un bisonte, aspettano che muoia per intervenire?
Che schifo
Francesca da Firenze
 
 
da Rossana da Milano:
 
 
Ci sarà pure nell'immensa lista Bairo qualcuno che abita più o meno in zona e vada a togliere quell'odioso ferro da quel povero cagnolino e meglio ancora, porti via il cagnolino.
Mi rivolgo a te che stai leggendo, se non tu direttamente amici, conoscenti, insomma aiutiamolo.
Mi colpisce l'indifferenza anche solo nel togliere un pezzo di filo. lo metterei io al collo di questa gente, se così si può definire!
 
 

 

La protesta iniziata dal GRUPPO BAIRO
 

Catturate Baffo. Toglietegli quel filo di ferro attorno al collo che lo sta uccidendo.
Noi del GRUPPO BAIRO vogliamo adottarlo.

Scrivete e telefonate chiedendo di intervenire:

ASL di Mogoro (l'ASL di Mogoro dipende da quella di Oristano) tel. 0783 317764 oppure 317769 oppure 0783 991792 - Dr. Panichi

Sindaco di Mogoro Dr. Gianni Pia - email: [email protected] - tel. 0783 997034 oppure 0783 99301 - fax0783 990131

 

 

L'UNIONE SARDA - 6 FEBBRAIO 2004 - ORISTANO E PROVINCIA
 
Mogoro (Oristano)

Cane torturato con un filo di ferro al collo, il Comune chiama in causa l’Asl 5
 

Il caso del cane di Mogoro strozzato da un pezzo di fil di ferro ha davvero commosso tutta l’isola. Sono scesi in campo non solo associazioni di volontariato ma anche direttamente il sindaco e l’Asl 5 di Oristano. Con un balletto di responsabilità per nulla incoraggiante. «Speriamo che solo la Asl di Oristano non rimanga indifferente a questo nuovo caso di maltrattamento ad animali», esordisce il sindaco Gianni Pia.
In tanti si sono interessati a Baffo, così aveva chiamato il bassotto indifeso il giovane di Mogoro Gigi Orrù, che dalle colonne de L’Unione Sarda aveva lanciato un appello per aiutare il piccolo cane. Baffo rischia di morire soffocato dal collare di fil di ferro che qualcuno gli ha sistemato. In tanti si sono mossi dopo aver letto questa storia. L’altra mattina è arrivata a Mogoro anche Cinci Rattu, dell’associazione cagliaritana Amici miei, che da anni combatte ogni genere di maltrattamenti contro le bestie indifese. La Rattu, sostenuta da vigili urbani e Comune, dopo inutili tentativi di individuare Baffo, alla fine ci è riuscita a fine mattinata. «Mangiavamo un panino in un bar quando improvvisamente abbiamo visto il cane per strada», prosegue la Rattu, «ma non c’è stato verso di prenderlo. E’ diffidente e scappa subito». La signora cagliaritana che da anni si occupa di aiutare i randagi, con una sua amica lo hanno rincorso fino ad una strada di campagna, poi il cane si è dileguato fra i terreni. La Rattu ha quindi parlato con una coppia di anziani, che non abita lontano e già nutrono una cagna, che proveranno ad attirare il cane col cibo. Ma il vero problema adesso è immobilizzarlo. «Ieri ho scritto alla Asl di Oristano chiedendo un intervento urgente per accalappiarlo. Loro hanno i mezzi adeguati», continua il sindaco Pia, «spero solo che non mi rispondano come alcuni mesi fa. Noi abbiamo fatto una convenzione con un canile di Assemini per i cani randagi e quando ci siamo rivolti alla Asl di Oristano per il servizio di accalappiacani, ci hanno risposto di sentire gli animalisti». Insomma non si riesce a uscirne fuori da un tira e molla disarmante. «Non possono scaricare così le loro responsabilità», contesta Cinci Rattu, determinata a salvare Baffo. «A questo punto non mi importa se ha un padrone. C’è un veterinario di Ghilarza, Salvatore Oppo, pronto a prendersi cura gratuitamente di lui ed abbiamo a trovato una nuova famiglia cui affidarlo», conclude la signora Rattu. (an. pin.)

 

 

L'UNIONE SARDA - 6 FEBBRAIO 2004 - ORISTANO E PROVINCIA
 

Cordata di solidarietà per aiutare il cane Baffo

Mogoro (Oristano)

Il caso del cane di Mogoro strozzato da un pezzo di fil di ferro ha commosso tutta l’Isola. Sono scesi in campo non solo associazioni di volontariato ma anche direttamente il sindaco e l’Asl 5 di Oristano. Con un balletto di responsabilità per nulla incoraggiante. «Speriamo che solo la Asl di Oristano non rimanga indifferente a questo nuovo caso di maltrattamento ad animali», esordisce il sindaco Gianni Pia. In tanti si sono interessati a Baffo, così aveva chiamato il bassotto indifeso il giovane di Mogoro Gigi Orrù, che dalle colonne de L’Unione Sarda aveva lanciato un appello per aiutare il piccolo cane. Baffo rischia di morire soffocato dal collare di fil di ferro che qualcuno gli ha sistemato. In tanti si sono mossi dopo aver letto questa storia. L’altra mattina è arrivata a Mogoro anche la responsabile dell’associazione cagliaritana Amici miei, che da anni combatte ogni genere di maltrattamenti contro le bestie indifese. Proverà ad attirare il cane col cibo per affidarlo prima a un veterinario di Ghilarza, poi a una famiglia che si prenderà cura di lui. (an. pin.)

 

dalla Mailing list di Bairo 24/02/04

da Enrica da Cremona:
 
Baffo è un povero cane condannato dall'indifferenza umana ad una morte orribile. Dal 3 febbraio questo cagnolino si aggira per le strade del paese di Mogoro e nessuno fa nulla per porre fine alle sue sofferenze. Come è possibile tutto questo?
Nell'articolo dell'Unione Sarda di oggi si parla di vigili urbani che provano a catturare la bestiola, ma quanti vigili ci saranno a Mogoro? Uno? due? Se anche gli abitanti del paese si radunassero in gruppo per dare una mano a chi già ci sta provando, non pensate che forse questo inafferrabile e spaventato cagnolino sarebbe ora salvo?
Un cinismo spietato quello di queste persone che guardano con indifferenza, attraversare le strade un povero essere torturato da un filo di ferro che gli sta tagliando a poco a poco la gola......Una vergogna per la regione Sardegna, come giustamente afferma la lettrice sarda nel suo messaggio. E gli "animalisti"?????
Dove sono quelli che tanto sanno gridare al vento il loro amore per gli animali?? Perché non cercano di unirsi e organizzare qualcosa affinché, con l'aiuto delle autorità non facciano davvero il possibile per il povero Baffo??
Ma sappiamo quanto sia facile parlare.....molto più difficile è agire..............
Vi dirò di più: i bambini coinvolti nel progetto delle scuole sono rimasti particolarmente colpiti da questa vicenda e chiedono in continuazione perché???
Perché nessuno fa nulla??
Qualcuno può rispondere almeno a loro??
Enrica
 

 

L'UNIONE SARDA - 24 FEBBRAIO 2004 - ORISTANO E PROVINCIA
 

Lettera al giornale        - LA LENTA AGONIA DI BAFFO 

Vi rendete conto delle conseguenze di ciò che scrivete! Il vostro articolo del 4 febbraio ha impresso nella mente dei lettori extraisolani, l’idea che noi sardi di Oristano, abbiamo l’abitudine di maltrattare gli animali o, in alternativa, di non aiutare quelli che soffrono! Certo che in questo modo diffondiamo proprio una bella immagine di noi! Grazie e complimenti! Soprattutto, grazie da parte di chi, come mia sorella Maria, dedicata molte ore del suo tempo libero, ad aiutare gli animali in difficoltà, raccogliendo elemosine nei supermercati e poi facendo il giro delle zone dove si sa che ci sono i randagi per portare loro il cibo raccolto! Oppure organizzando presso i centri commerciali l’affidamento dei cuccioli! Ma sul giornale fa più “ascolto” parlare di maltrattamenti!
Barbara Soddu - [email protected]

La protesta della lettrice si riferisce al caso di “Baffo”, un cagnolino girovago a cui un delinquente ha stretto un laccio di fil di ferro tagliente al collo. Il povero animale cerca, senza riuscirci, di liberarsene. Purtroppo, non concede a nessuno di avvicinarsi ed aiutarlo. La sua tormentata vicenda è venuta alla ribalta quando il corrispondente de L’Unione Antonio Pintori ha raccolto la denuncia di un giovane mogorese, Gigi Orrù. L’articolo non è sfuggito agli animalisti di Bairo Onlus, un’associazione che si batte contro i maltrattamenti ai cani. «Ci sarà pure, nell’immensa lista Bairo qualcuno che abita più o meno in zona e vada a togliere quell’odioso ferro da quel povero cagnolino e, meglio ancora, porti via il cagnolino», si legge in un messaggio diffuso attraverso la posta elettronica. Seguono considerazioni poco affettuose sulla «indifferenza» di chi vede “Baffo” soffrire eppure non lo libera dall’infame collare. Di computer in computer, la protesta è arrivata sullo schermo della lettrice, che accusa L’Unione di aver danneggiato l’immagine dei sardi.
Che dire? I giornali hanno il compito di raccontare la realtà com’è e non come la vorremmo. Le garantisco, gentile lettrice, che non è facile. La vicenda di “Baffo” è l’ennesima testimonianza di una insensibilità diffusa verso gli animali. Ma rivela anche l’esatto opposto: l’indignazione dei tanti che vedono un cagnolino torturato e che cercano di aiutarlo. Per la cronaca: ci stanno provando anche i vigili urbani, tuttora senza successo. “Baffo” sembra imprendibile. Diffida degli umani. E, francamente, non saprei dargli torto.
Daniela Pinna

 

dalla Mailing list di Bairo - 28 febbraio 2004
 

Lettera degli alunni della classe 4' della Direzione Didattica 2' Circolo di Crema indirizzata al Sindaco di Mogoro (OR)
Vi giriamo un messaggio che gli alunni della classe 4' della Direzione Didattica 2' Circolo di Crema vogliono inviare al sindaco di Mogoro (Oristano) per chiedere il suo intervento per la vicenda di Baffo, il cagnolino che da un mese gira per il paese con un filo di ferro legato attorno al collo. I bambini sono rimasti molto colpiti da questa vicenda e non capiscono l'indifferenza dei paesani. Chissà che la loro richiesta venga finalmente ascoltata da chi molto cinicamente volta le spalle ad un essere vivente, solo perché appunto, è soltanto un cane.
Bairo & staff
 
 
 
Caro Sindaco.
Siamo gli alunni della classe 4' dei Sabbioni - Crema (CR).
Abbiamo letto un articolo del quotidiano L'Unione sarda nel quale si racconta di un cane che vagabonda nel paese di Mogoro (Oristano) con un filo di ferro attorno al collo. Il filo ha provocato una ferita che sicuramente si è infettata.
Ci ha stupito la notizia dell'indifferenza degli abitanti del paese.
Sappiamo che l'intervento dei vigili urbani non è servito a nulla.
Potresti convincere la popolazione ad aiutare i vigili a catturare il cane per curarlo adeguatamente e trovargli forse una famiglia disposta ad adottarlo?
Confidiamo nel tuo intervento e aspettiamo buone notizie su Baffo.

L'insegnante e gli alunni della classe 4' - Scuola elementare Sabbioni -
Direzione 2' Circolo di Crema.
 

 

dalla Mailing list di Bairo - 2 marzo 2004
 
da Elisabetta da Torino:

 
Parlato con L'unione Sarda: il caso non si è risolto, il cane circola sempre.
Bisogna telefonare all'Asl di Mogoro: 0783/991792
Il sindaco si chiama Gianni Pia e mail: [email protected]
tel: 0783/997034
Il giornalista che aveva segnalato il caso è Pintori.
Aggiungo io che dall'unione sarda il giornalista anche se gentile, era seccato che della cosa si occupasse così tanta gente: in Sardegna ci sono problemi più importanti
Elisabetta
Torino

da Enrica da Cremona:
 

Ci sono sempre problemi più importanti e guarda caso un problema è sempre più importante di un altro. Anche la vergogna dell'indifferenza è un problema a cui spetta priorità.

Indifferenza di fronte alla sofferenza di chi non è umano, indifferenza alle richieste di intervento di chi di dovere dovrebbe fare qualcosa, indifferenza dei tanti animalisti che sparano solo grandi cavolate, ma alla fine non fanno nulla. Qualcuno per caso si sta offendendo?? Bene, vuol dire che ho centrato nel segno. Mi sembra di rivivere la vicenda di Policoro e di Vogliomorire, quando noi ci sbattevamo dal nord per chiedere aiuto ai paesani e alle autorità del posto e alla fine abbiamo ottenuto solo una strage di animali, oltre alla sparizione della povera Vogliomorire. Anche Baffo subirà la stessa sorte??
Seccati........sono seccati perché la vicenda di quel cagnolino sta coinvolgendo troppe persone..........seccati perché a loro non interessa quel cane. I giornalisti sanno solo pubblicare notizie che "prendono" per poi annoiarsi quando ormai la vicenda è passata di moda. Ma Baffo non è una moda, non è una notizia che fa scoop. Baffo è prima di tutto un essere vivente. L'ennesimo simbolo di una società barbara e impietosa che per risolvere i problemi preferisce girare le spalle e non vedere. Migliaia di Baffo e Vogliomorire popolano questa Italia e non solo, proprio per l'ottusità della mente umana.
Enrica


da Elisabetta da Torino:

 
Anche nel caso di Santa Margherita Ligure le risposte sono state: ma non se ne sono occupate le associazioni locali? Associazioni locali: ma il caso non si è già risolto?
Io prima di affermare tali cose, controllo, costa poco alzare la cornetta. Nel caso della gattina murata viva a Siracusa, ho telefonato a voi per farmi dare il numero di Donatella: si sono impressionati sentendo che telefonavamo da Torino, chissà cosa hanno pensato....e come me faranno molti altri. Quello che mi secca è che telefonando a degli animalisti sardi mi è stato risposto di mandargli l'articolo del giornale, i telefoni, ecc- io lo faccio volentieri, ma pensate se avendo un problema nella mia regione chiedessi gli indirizzi, gli articoli a qualcuno che so della Lombardia: sono demoralizzata
Elisabetta
Torino


da Winny da Roma:
 

Non è il sindaco il primo responsabile degli animali vacanti sul territorio comunale?
Ciao Winny

Giovanni Pia  -  Sindaco di Mogoro   

Pia Giovanni, nato a Oristano il 15 luglio 1955, è impiegato presso l'ufficio tecnico dello i.a.c.p. di Oristano dal 1985. Iscritto al Partito Sardo d'Azione dal 1979, partito di cui è anche consigliere nazionale. Coniugato con due figli, è sindaco del comune di Mogoro dal 16 aprile 2000.
 
Comune di Mogoro - Via Leopardi 8  CAP 09095  Prov: Oristano
 
Tel. 0783 990223
Fax 0783 990737
 

 

dalla Mailing list di Bairo - 3 marzo 2004
 
da Tiziana da Collegno (TO):
 
Quello che mi fà più rabbia e schifo, in tutte queste storie di "ordinaria follia", è il menefreghismo gratuito ed  assoluto anche
di chi, per legge, dovrebbe tutelare l'integrità e la dignità di quella povera bestiola. Ma si sa tutti questi "perbenisti" quando
vengono punzecchiati sul vivo si trincerano sempre dietro ai "non so" "pensavo che" o "ci sono cose più gravi a cui pensare"
Semplicemente squallido!
Tiziana da Collegno (TO)
 
da Winny da Roma vi riporto il messaggio scritto al Sindaco di Mogoro:
 
Egregio sindaco
 
L'orrenda storia del cane Baffo e dell'indifferenza che lo circonda sta facendo il giro d'Italia.
Non è una gara ciclistica, ma una gran vergogna per Mogoro e i suoi abitanti. 
Questa storia è l'ennesimo simbolo di una società barbara e impietosa che per risolvere i problemi preferisce girare le spalle ed ignorare le sofferenze ed i patimenti di un piccolo essere vivente.
E' inaccettabile tanta sconvolgente crudeltà, tanta raccapricciante ignominia umana.
L'unica cosa evidente è che a Mogoro gli animali sono considerati solo oggetti ed ognuno può farne ciò che vuole e lei, con la sua colpevole indifferenza, conferma  quanto cammino si debba ancora percorrere per raggiungere un grado di civiltà accettabile.
Possibile che nel suo cuore non alberghi un briciolo di umanità? Il popolo dei senza voce non ha diritto ad alcun rispetto?
Eppure lei è responsabile di tutti gli animali vacanti nel suo territorio, la questione è di sua stretta competenza.
L'amministrazione comunale di Mogoro conosce la legge quadro nazionale 281 del 14 agosto 1991? Sa che tale legge impone ai comuni la tutela degli animali d'affezione e la lotta al randagismo?
Agisca, si muova, dia disposizioni affinché le autorità e le associazioni locali si attivino ed intervengano per liberare il cagnolino dal filo di ferro che qualche disgraziato ha legato intorno al suo collo!!
E' solo un cagnolino di piccola taglia, un piccolo innocente sul quale un infame ha scaricato la propria crudeltà, dubito occorrano le forze armate per compiere un atto di umanità e civiltà.....
La vergogna dell'indifferenza è un problema a cui spetta priorità. Ma si rende conto che questa lunga agonia va avanti dal 3 febbraio scorso?
"tu che leggi e non fai nulla, vergognati"
 
da Giulia da Milano:
 
Anche a me la vicenda di Baffo ha ricordato subito quella di Vogliomorire, il cane che riuscivano a fotografare ma non a prendere per aiutarlo.
ho ancora negli occhi quella foto.
non voglio dire nulla riguardo alle cose più importanti, è già stato detto esattamente ciò che penso. voglio però dire che se si vuole veramente prendere un animale ci si riesce, può essre difficile ma è sicuramente possibile. come sempre parlo per esperienza fatta.
semplicemente manca la volontà, è bello mettersi in mostra scrivendo articoli falsamente "pietosi", parlare non costa nulla, agire un minimo costa. poi ci si secca se la cosa si diffonde perchè a quel punto le parole non bastano più.
giulia  milano

A proposito di Baffo, il cane di Mogoro, vi giro una delle tante minacce che abbiamo ricevuto.

Questa è indirizzata ad Enrica.
Nessun problema. Andremo a fondo.
saluti
Bairo
 
 
From      : "Anonymous" [email protected]
To          :
Cc          :
Date      : Wed, 3 Mar 2004 11:53 -0800
Subject : 

Ecco di nuovo l'animalista teorica che compare con le sue prediche. Le solite stronzate sparate tanto per dire qualcosa e farsi grandi davanti agli altri. Quante cazzate leggo e nessuno che ti faccia fare silenzio. Non preoccuparti...........ci penserò io a questo.......non hai idea ti quanta voglia ho di vederti sparire per sempre!!
 

4 / 7 marzo 2004

 
Brava Sabrina che ci hai azzeccato in pieno!
Sappiamo che è una donna, ecco perchè nell'oggetto abbiamo scritto al femminile.
Basta....non diciamo altro. Il resto può essere una sorpresa.
saluti
Bairo
 
 
da Sabrina da Giubiasco (Svizzera):
 

Leggo solo ora la sparata di questa pazza (chissà perché credo sia una donna...ad intuito...), invasata e senza cervello per non dire vigliacca e gretta.....
Sapete io godo quando questa gentaglia si scalda tanto... vuol dire che diamo fastidio, che in una qualsiasi maniera abbiamo colpito nel segno. Questo é il secondo scopo della mia vita, dopo il primo che é
1) aiutare per quanto le mie forze me lo consentano, più animali possibile.
2) ROMPERE I COGLIONI A CHI ODIA GLI ANIMALI E CHI SI FA IL COSÌ-DETTO PER LORO!!

Non c'è niente di meglio che vedere come vanno in agitazione e stanno là a preoccuparsi per come fare per offendere e mettere i bastoni tra le ruote.....naturalmente in forma anonima... poverella... Enrica chissà cosa gli hai fatto a questa
per farla incazzare tanto eheheheh. Ma una cosa ancora non hanno capito questa gente... che potete minacciare, offendere, denigrare, spalare merda sulle persone che lottano con sincerità per gli animali e sugli animali stessi... ma pensate veramente di farci paura???? Pensate veramente di spaventarci e di mettere nelle nostre coscienze un tarlo che ci possa convincere a mollare la lotta animalista???
ILLUSI!! Non vi preoccupate.... alla fine si raccoglie quel che si semina... di certo saremo noi a ballare sulle vostre tombe!!

UN BEL CALCIO IN CULO A TUTTI I NEMICI DEGLI ANIMALI... NOSTRI NEMICI GIURATI!!!

Un abbraccio ad Enrica e a tutti voi e........ su la testa!! Ricordatevi che quel che non ci uccide ci fortifica!!

Sab
 
 
da Ursula da Porto Ercole (GR):
 
 
Quello che leggo da questa email è frutto di un cervello perverso, contorto e molto ignorante. Lo dimostra il fatto che non ha paura di quello che gli potrebbe succedere se ci uniamo contro di lui. Cara Enrica sei una persona pura, la tua bella anima sarà affiancata dalle persone che ti vogliono bene e ti ammirano, vai avanti, saremo al tuo fianco. Ursula da Porto Ercole
 
 
da Elena da Reggio Emilia:
 
 
Anche se non ce ne sarebbe bisogno data la poca importanza che dovrebbe avere un invasato del genere, mi unisco a quanto già detto dagli amici di tutta Italia...
Chi ha il coraggio delle proprie azioni, e delle proprie parole in questo caso, si espone con nome, cognome e città di provenienza, come del resto facciamo tutti noi quando inviamo un messaggio...se uno si trincera dietro a un "anonimo", semplicemente vuole solo essere attirare l'attenzione per alimentare un po' di polemiche...mi sembra abbastanza "sterile"! Comunque, come già ribadito da altri in lista, sono qui per rispondere all'anonimo...
Sono Elena Lasagni da Reggio Emilia
 
 
da Donatella da Siracusa:
 
 
Sono davvero dispiaciuta per ciò che ho letto, è  vergognoso,  chiunque sia è qualcuno che non ama gli animali e prova del fastidio per tutto quello che le persone come Enrica, giorno dopo giorno fanno, per difendere e tutelare gli animali.
Donatella da Siracusa
 

da Titti da Roma:

 
 
Anonima del cavolo, sei una povaera/o vigliacca/o, fai pena...non hai neanche il coraggio di parlare in faccia e chiaramente..pensi di mettere paura con le tue minacce "infantili"? Bene mi chiamo Titti PAscale, abito a Roma, a tua disposizione! Animalista Teorica Enrica? Direi piuttosto cretino/a pratico/a reale sei te, Enrica i fatti li fa, spende quotidianamente le sue energie per difendere chi non ha voce e te che fai? Tu che teoricamente dovresti avere l'intelletto perlomeno per difendere la tua causa,...che fai? ti celi dietro un "anonimo" per minacciare ed insultare senza neanche saper portare un motivo, un dibattito...teorica sei te, vigliacca sei te!!!
 
 
da Mariapia da Dronero (Cuneo):
 
 
Tranquilla ENRICA la mamma degli imbecilli è sempre incinta.
Gia uno o una che minaccia in anonimo da grandissima dimostrazione della sua personalità... sono tutti tiratori scelti quelli che sparano sulla Croce Rossa... è un atteggiamento troppo dignitoso da Uomo affrontare gli altri, anche chi non condividiamo senza passamontagna.
Mariapia Riggi 
 
 
da Evi da Saronno (VA):
 
 
Direi che qualcuno che non si firma dimostra una pusillanimità e una pavidità esemplare! Ha molto da insegnare una persona così: prima di tutto la stupidità. Complimenti hai fatto Bingo! Hai qualche altro consiglio da darci? Sai... potresti trasformarti in un buon
soggetto di studio antropologico. Magari esci sulle Scienze.

Saluti a tutti
Evi
 
 
da Claudia da Roma:

 
Ma chi ti credi di essere  il difensore dei delinquenti  e dei vili  e non ti vergogni a scrivere delle frasi deliranti senza senso e vergognose e oltretutto vigliacche perche'   non hai il coraggio  di firmarti? Troppo semplice buttare li' offese senza senso  rimanendo nell'anonimato mentre invece potresti, se avessi qualcosa da ridire , dirlo in modo civile , da essere umano  come  dice la tua qualifica.Purtroppo  esiste gente vuota , priva di sentimenti e di coscienza , come te, che non fa certo onore al nostro paese per cui dovremmo essere noi a dirti che speriamo che tu  sparisca e che si butti via lo stampo per non fabbricarne altri, ma  se dicessimo questo allora saremmo incivili come te e ci dovremmo vergognare  per cui ti ignoriamo e ti lasciamo immerso nel tuo brodo maleodorante dove potrai incontrare esseri come te e poterti sfogare. Con la speranza di non sentirti piu' o che recuperi o ti innestino un poco di cervello e di coraggio per poterti qualificare
 
Claudia  Roma
 
 
da Winny da Roma:
 
 
Grazie Enrica, grazie di esistere...un enorme ringraziamento giunga a te dal profondo del mio cuore e da tutti gli animali torturati, sfruttati, vilipesi e maltrattati.
Unisco la mia voce al tuo grido di ribellione per le atrocità a cui siamo costretti, nostro malgrado, ad assistere e contro cui lottiamo e lotteremo con tutte le nostre forze.
Nessun represso, pezzente o "MAFIOSO" potrà nulla contro la nostra forza di volontà, contro la determinazione e l'immenso amore che ci anima nelle nostre lotte.
Le misere parole usate da Anonymous, che insozzano il mio monitor, sono il colpo di coda di un essere che sta affondando nelle deiezioni maleodoranti prodotte da pochi miseri bipedi simili a lui, non è altro che la drammatica rappresentanza di una piccolissima parte di una società barbara, retrograda e incivile contro la quale la maggior parte del mondo si ribella e che affonderà nella sua stessa melma.
Due + due fa quattro....Mogoro, Policoro, Ramacca....sono città del sud Italia......
Non è mia abitudine generalizzare ed è per questo che porgo il mio caloroso saluto di benvenuto a tutti coloro che, pur avendo avuto i natali in queste località, con sofferenza ed onestà sono riusciti a tirarsi fuori da questo circolo vizioso e direzionare la propria vita verso un futuro di legalità e rettitudine.
Ravvediti Anonymous.....forse sei ancora in tempo a riscattare te e la tua gente agli occhi di una società che nel tempo si è evoluta. Vieni a respirare aria sana e pulita.......
Ti voglio bene Enrica, ti abbraccio e ti sono vicina.
Winny (RM)
 
 
da Tiziana da Collegno (TO):
 
 
Quando si dice:  "la madre dei deficienti è sempre incinta"! Uno o una che si trincera dietro l'anonimato per lanciare
simili minacce non può essere che uno/a spregevole vigliacco/a, un cancro, un bubbone purulento che infetta la ferita.
Elementi del genere non possono che avere il mio disprezzo.
A Bairo e alla cara Enrica tutto il mio appoggio.
Tiziana da Collegno (TO)     
 
 
da Arianna da Ferrara:
 
 
Chiedo scusa ad Enrica e a Bairo se mi intrometto in questo "discorso"!! Ma questo Anonimo chi si crede di essere? E' talmente codardo che non ha nemmeno il coraggio di firmarsi!! E' sicuramente uno di quegli intelligentoni coraggiosi che non sanno fare altro che prendersela con i più deboli!! E' proprio facile fare i gradassi così!! Mi piacerebbe che sparissero loro dalla faccia della terra!! Forse un pò di umanità verso una creaturina che non farebbe male a nessuno è segno di debolezza da quelle parti. A me sembra che li di cazzate oltre che a spararle le facciano proprio!! Complimenti!!
Scusate lo sfogo.
Arianna


da Sabrina da Davesco-Soragno TI - Svizzera:
 
 
Carissimo Bario,
 
non voglio definirmi nulla (non sono le definizioni che fanno una persona!) ma mi chiedo al di là delle critiche alle varie persone che per motivi loro scrivono su questa mailing list, la cosa più importante sarebbe sempre sia in caso positivo che ancora di più in caso negativo mettere sempre la "propria faccia davanti"; non so se mi sono spiegata!  Ognuno è libero di esprimere la propria opinione e anche se forte perchè non esporsi in prima persona!!!  Troppo comodo essere ANONIMI.  Io non ho neppure ben in chiaro per quale motivo ci sia in ballo tutta questa "diatriba", ma per favore se si vuole criticare lo si fa con nome e cognome e non minacciando anonimamente, troppo comodo!  E poi che problema hanno queste persone a mettere la loro firma a certi scritti; io mi firmo sempre e anzi trovo che il confronto sia arricchente e spunto per crescere, ma le minacce no, non hanno un senso, siamo o non siamo UMANI???
Un saluto
 
Sabrina (Davesco-Soragno, TI - Svizzera)

 
da Dada da Bergamo:
 
 
Che bella personcina a modo !!!!
Che belle parole da persona colta ed intelligente !!!
Se ha così tanta voglia di "vedere" Enrica perchè allora non scrive io suo nome ed indirizzo, così possiamo andarlo a trovare tutti insieme ???
Certo, chiunque è bravo a parole !!!
Ho inviato anche io un messaggio di protesta sia al sindaco di Mogoro, sia al giornale L'Unione sarda ed anche a Striscia.
Aspetto con ansia risposte. Vediamo se hanno il coraggio di minacciare chiunque scrive.
Saluti
Dada (BG)

PS. FORZA ENRICA
 
da Rossana da Milano:
 
 
Questa e' la riprova, se mai ce ne fosse ulteriore bisogno, che gli animali sono piu' degni del genere umano. Purtroppo con la chiusura dei manicomi i pazzi sono liberi ... ma e' solo questione di tempo!
Non si puo' neanche compatirlo...sarebbe comunque provare un sentimento e per esseri del genere c'e' solo posto per l'indifferenza, come fossero cose inanimate...
 

 

DA LIBERO –  4 MARZO 2004  - ITALIA

 

Tutti mobilitati per il cane Baffo col cappio al collo.

 

Di Oscar Grazioli

 

La richiesta di salvataggio del cane Baffo da parte della scuola elementare di Sabbioni (Crema) ha mobilitato mezza Italia. Al quotidiano L’Unione Sarda sono piuttosto perplessi per il numero di telefonate giunte in redazione. La Sardegna ha enormi problemi e non pensavano che arrivassero tante telefonate. – Se avessero sequestrato qualche Vip,- mi ha confessato un giornalista – Non credo avremmo avuto un tale subbuglio.- Anche in redazione a Libero sono arrivate numerose richieste volte a perorare un intervento definitivo da parte delle autorità locali. La vicenda di questo bastardino che, da giorni, girava per le strade del comune di Mogoro con un fil di ferro piantato nel collo ha colpito profondamente i bambini della scuola di Sabbioni e quando ci si mettono di mezzo i bambini non c’è papà o mamma che possano ignorarne le richieste. Figuriamoci se poi i genitori, insegnanti, bidelli, parlamentari e personalità dello spettacolo si coalizzano con i bambini. A questo punto il sindaco di Oristano, sollecitato anche dal prefetto, ha riunito assessori e tecnici e ha deciso che ieri era il Day. Baffo doveva essere sottratto al suo mesto destino di cane randagio vagante con uno strumento di tortura al collo. Nel pomeriggio, alle 16 tutto era pronto per la cattura. Mancava solo il cane. Baffo non solo non si è fatto avvicinare, ma ha pensato bene che se un uomo era capace di passargli un fil di ferro stretto attorno al collo, probabilmente molti uomini erano in grado di fargli danni ben peggiori. Ha preferito salire in montagna o zampettare verso gli stagni e mettere qualche chilometro di distanza da quelle persone di cui il fedele amico dell’uomo dovrebbe fidarsi e invece non si fida più. Sarà un cane un semplice bastardino e probabilmente non ha fatto neanche l’asilo, ma coglione non è di sicuro, come non lo chi è stato scottato ben bene una volta nella vita. Certo è facile ragionare con il senno di poi, ma se ci si fosse pensato qualche giorno fa quando Baffo trotterellava ancora fiducioso tra il palazzo delle poste e quello del municipio…..Le ricerche riprenderanno lunedì, mentre tutto il paese è stato allertato per eventuali avvistamenti. Nel frattempo in redazione a Libero è giunta la simpatica richiesta di adozione da parte dell’intera scuola elementare Sabbioni di Crema. Assieme all’associazione Bairo, da sempre in prima fila nelle problematiche che riguardano il benessere animale, la scuola è disposta a collocare Baffo presso un rifugio gestito dagli animalisti e a condividerne la cura, dispensando qualche quintale di coccole a parziale risarcimento di quanto subito. Siamo certi che se le autorità sarde riusciranno a catturare baffo e consentiranno l’adozione, qualche compagnia aerea che fa scalo dal continente alle isole si offrirà di dare un passaggio al piccolo bastardino dalla Sardegna alla Lombardia. Quanto meno Libero promette che avanzerà loro la richiesta. Intanto è passata la notte sulle vigne del Capidanese stagni di Oristano e il mirto comincia a mescolare il suo profumo con quello dell’elicrisio. Due occhi terrorizzati sono lì in mezzo alla vegetazione e speriamo che almeno la fame abbia più potere della paura.

 

 

dalla Mailing list di Bairo - 04 marzo 2004

da Enrica da Cremona:

La storia di Baffo è diventato un caso nazionale, ma questo è dovuto solo ed esclusivamente al Gruppo Bairo e ai bambini coinvolti nel progetto “per crescere insieme in difesa dei più deboli”.

Gli alunni infatti, dopo aver letto nelle ore di lezione del progetto, l’infostampa dell’Unione Sarda riguardo la vicenda del cane, hanno inviato a Bairo una letterina affinché la girasse  al sindaco di Mogoro, in cui si chiedeva il suo intervento in aiuto dello sfortunato cagnolino.

Il sindaco non ha mai risposto alla scuola, ignorando le più elementari regole della buona educazione. Ma la letterina dei bimbi è su internet e su molti quotidiani che ci hanno interpellato chiedendo notizie in merito. Ora leggiamo gli articoli de L’Unione Sarda di oggi, in cui non viene nemmeno menzionata la richiesta della scuola di Crema. Si legge di una “fantomatica” associazione animalista che si occupa del caso di Baffo. Ma questa associazione dove era prima che il nostro messaggio facesse il giro d’Italia?

Dove è stata in questo mese in cui Baffo si aggirava per il paese con un filo di ferro conficcato nel collo?

La correttezza innanzitutto almeno nel rispetto di quei bambini che hanno lanciato l’appello, stupiti dall’indifferenza di chi vede e volta le spalle.

Questa è disinformazione. Un modo per salvarsi la faccia davanti a un caso di superficialità. 

Per fortuna esistono anche quotidiani seri che almeno riportano le notizie senza falsare le vicende.

Enrica staff di Bairo
 



 

L'UNIONE SARDA - 4 marzo 2004 - ORISTANO E PROVINCIA
 

Inutile battuta in paese e nei campi


La notizia è arrivata perfino in Parlamento e un senatore leghista ha telefonato al prefetto. Ma saranno forse due cagnette innamorate a permettere la cattura di Baffo, il cane di Mogoro che ha commosso l’Italia. Lo ha deciso ieri pomeriggio, nel comune di Mogoro, una vera task force, scesa in campo per cercare di avvicinare il randagio che porta ancora al collo quel vergognoso collare, fatto di un pezzo di fil di ferro, che rischia di strangolarlo. C’erano il sindaco Gianni Pia, i vigili urbani, l’associazione animalista “Amici Miei” di Cagliari, i barracelli diretti dal capitano Luigino Atzeni e, in rappresentanza della Asl di Oristano, il Marco Perria, responsabile del servizio veterinario di Mogoro.
Due squadre Una riunione per mettere a punto le strategie per immobilizzare il cane e liberarlo da quel cappio. Ci hanno provato ieri pomeriggio due squadre, per strade e piazze di Mogoro: da una parte gli ambientalisti, dall’altra barracelli, sindaco e veterinario. Hanno ripercorso le zone di periferia dove Baffo è stato avvistato di recente, ma senza esito. Nessuna traccia del cane che ha suscitato le proteste di animalisti e tante persone comuni che hanno appreso dal nostro giornale l’assurdo caso di maltrattamento e si sono rivolte alla redazione per avere notizie sulla sua sorte.
La ricerca Durante il giro in macchina, il sindaco Pia ha ricevuto prima una chiamata dei barracelli, che dicono di aver avvistato un cane simile a Baffo nella zona del depuratore. Squilla ancora il cellulare: la chiamata stavolta arriva dalla prefettura, che chiede notizie sul ritrovamento del cane.
Intanto la speranza sfuma subito. Arrivati al depuratore, il cane, marrone e di piccola taglia come il cagnolino diventato un nuovo simbolo della insensibilità dell’uomo verso gli animali, non ha nessun fil di ferro e scodinzola tranquillo. Ma il gruppo di lavoro non si vuole dare per vinto.
Sonnifero Lunedì tornerà a Mogoro l’associazione degli animalisti, che si assumerà la responsabilità dell’uso di un sonnifero da iniettare in alcune polpette di carne, sperando così di prendere l’animale per la gola. Una decisione non senza polemiche. «La responsabilità sarebbe della Asl, che si è un po’ lavata le mani del caso, ma per il cane facciamo anche questo», dice Cicci Rattu di Amici Miei, che sul caso Baffo aggiunge «è l’ennesima riprova della cultura del pastore sardo, che, quando l’animale non garantisce più un reddito, se ne disfa». Lunedì sarà coinvolta anche la popolazione nella caccia a Baffo.
Testimone Ieri il sindaco ed i barracelli hanno chiesto la disponibilità ad Antonio Musio, 72 anni, che ha avvistato il cane una settimana fa nella periferia sud. «Era in compagnia di altri cani, ma è subito scappato nel canneto vicino», dice Musio, che lunedì mattina sistemerà nel suo cortile un piatto con le polpette al sonnifero. E se non basterà la gola si cercherà di attirarlo col richiamo sessuale. Un barracello, Vincenzo Cau, di 45 anni, metterà a disposizione due cagnette: «Un cane è in grado di sentirne l’odore anche a un chilometro di distanza».

Antonio Pintori

 

 

Il caso arriva  in parlamento

 

Tutta l’Italia segue con apprensione la vicenda del cagnolino Baffo. Del randagio che vive con uno scomodo collare di fil di ferro si stanno occupando associazioni animaliste, giornali (tra cui Libero), siti Internet. Perfino un senatore della Lega Padana, Luigi Peruzzotti, dentista di Gallarate (Varese), ha voluto informarsi personalmente, chiamando il prefetto Luigi Serra per sapere se il caso fosse stato già risolto. E va detto che l’Isola, nella quale in tanti stanno collaborando per risolvere la questione, rischia di passare per una terra di selvaggi senza cuore agli occhi della gente. Alcuni giorni fa proprio il quotidiano Libero ha definito quella degli animali in Sardegna «una vita dura come il paesaggio del Supramonte». Intanto il prefetto di Oristano ha preso seriamente in considerazione la vicenda: «Stiamo facendo il possibile. Abbiamo mobilitato comune, polizia, carabinieri. Spero bene che entro ventiquattr’ore riusciamo a mettere fine a questa storia». Ne va di mezzo il buon nome dei sardi, messo in discussione per colpa di un delinquente. (an.pin.)

 

   

Ieri pomeriggio nuove ma vane ricerche nelle campagne del paese con in testa il sindaco Gianni Pia

 

Due cagnette innamorate per salvare la vita del cane Baffo

Sulla vicenda dell’animale seviziato interviene un senatore della Lega

 

La notizia è arrivata perfino in Parlamento e un senatore leghista ha telefonato al prefetto. Ma saranno forse due cagnette innamorate a permettere la cattura di Baffo, il cane di Mogoro che ha commosso l’Italia. Lo ha deciso ieri pomeriggio, nel comune di Mogoro, una vera task force, scesa in campo per cercare di avvicinare il randagio che porta ancora al collo quel vergognoso collare, fatto di un pezzo di fil di ferro, che rischia di strangolarlo. C’erano il sindaco Gianni Pia, i vigili urbani, l’associazione animalista “Amici Miei” di Cagliari, i barracelli diretti dal capitano Luigino Atzeni e, in rappresentanza della Asl di Oristano, il dottor Marco Perria, responsabile del servizio veterinario di Mogoro.
Due squadre Una riunione per mettere a punto le strategie per immobilizzare il cane e liberarlo da quel cappio. Ci hanno provato ieri pomeriggio due squadre, per strade e piazze di Mogoro: da una parte gli ambientalisti, dall’altra barracelli, sindaco e veterinario. Hanno ripercorso le zone di periferia dove Baffo è stato avvistato di recente, ma senza esito. Nessuna traccia del cane che ha suscitato le proteste di animalisti e tante persone comuni che hanno appreso dal nostro giornale l’assurdo caso di maltrattamento e si sono rivolte alla redazione per avere notizie sulla sua sorte.
La ricerca Durante il giro in macchina, il sindaco Pia ha ricevuto prima una chiamata dei barracelli, che dicono di aver avvistato un cane simile a Baffo nella zona del depuratore. Squilla ancora il cellulare: la chiamata stavolta arriva dalla prefettura, che chiede notizie sul ritrovamento del cane. Intanto la speranza sfuma subito. Arrivati al depuratore, il cane, marrone e di piccola taglia come il cagnolino diventato un nuovo simbolo della insensibilità dell’uomo verso gli animali, non ha nessun fil di ferro e scodinzola tranquillo. Ma il gruppo di lavoro non si da per vinto.
Sonnifero Lunedì tornerà a Mogoro l’associazione degli animalisti, che si assumerà la responsabilità dell’uso di un sonnifero da iniettare in alcune polpette di carne, sperando così di prendere l’animale per la gola. Una decisione non senza polemiche.«La responsabilità sarebbe della Asl, che si è un po’ lavata le mani del caso, ma per il cane facciamo anche questo», dice Cinci Rattu di Amici Miei, che sul caso Baffo aggiunge «è l’ennesima riprova della cultura del pastore sardo, che, quando l’animale non garantisce più un reddito, se ne disfa». Lunedì sarà coinvolta anche la popolazione nella caccia a Baffo.
Testimone Ieri il sindaco ed i barracelli hanno chiesto la disponibilità ad Antonio Musio, 72 anni, che ha avvistato il cane una settimana fa nella periferia sud. «Era in compagnia di altri cani, ma è subito scappato nel canneto vicino», dice Musio, che lunedì mattina sistemerà nel suo cortile un piatto con le polpette al sonnifero. E se non basterà la gola si cercherà di attirarlo col richiamo sessuale. Un barracello, Vincenzo Cau, di 45 anni, metterà a disposizione due cagnette: «Un cane è in grado di sentirne l’odore anche a un chilometro di distanza».

Antonio Pintori
 

 

LA VOCE DI CREMA - 5 MARZO - PRIMA PAGINA


 

"Baffo, ti adottiamo noi"
 
I Bambini dei Sabbioni scrivono al sindaco di Mogoro (Oristano): "Lo aspettiamo"
 
Quarta elementare commossa del cane sardo.
 
Crema (CR): La sua storia sta commuovendo l'Italia. Un piccolo cane ribattezzato Baffo che fugge all'affetto degli uomini dopo che altri uomini lo hanno ridotto nel peggiore dei modi. Nelle campagne di Oristano si sta cercando in tutti i modi di catturare questo cane che vaga con un fil di ferro stretto intorno al capo. Ma lui non si fida più, anche se non riesce a liberarsi del collare. Gli allievi della scuola elementare dei Sabbioni, con l'aiuto dell'insegnante e da Enrica Boiocchi, vicepresidente del Gruppo Bairo Onlus, hanno deciso di fare tutto il possibile per aiutarlo, anche fino all'adazione. Così, hanno scritto una lettera al sindaco di Mogoro per convincerlo a "catturare" il povero animale. A quel punto il cane giungerà in Lombardia, dove sarà curato presso una pensione rifugio di animali. Una volta guarito, forse troverà casa proprio nella città di Crema.
Baffo è un cagnolino di poco più di 5 Kg che si aggira per le strade di Mogoro, in provincia di Oristano, con il collo circondato e stretto da un fil di ferro. Baffo non riesce a liberarsene. Pochi sono gli umani pronti a dargli una mano. Ma anche quei pochi che cercano di farlo non ottengono altro risultato che far fuggire il povero animale, che diffida ormai da chiunque osi avvicinarsi. Questa triste storia, finita agli onori delle cronache nazionali, ha commosso a tal punto i bambini della scuola elementare della frazione cremasca dei Sabbioni da spingerli a fare tutto il possibile per aiutare Baffo. Sostenuti dall'insegnante e da Enrica Boiocchi, vicepresidente del Gruppo Bairo Onlus, hanno deciso di adottare il cagnolino. E così gli alunni della quarta elementare hanno scritto una lettera al sindaco di Mogoro per convincerlo a catturare Baffo. A quel punto il povero fido, una volta liberato dal terribile filo di fero, giungerà in Lombardia, dove verrà curato presso una pensione-rifugio per animali. E dopo finalmente potrà trovare una casa, magari proprio qui a crema. E' Enrica Boiocchi a spiegarci come si è svolta tutta la vicenda. - La nostra associazione dal mese di gennaio 2004 sta portando avanti un progetto nelle scuole elementari sul rispetto verso ogni forma di vita. Tale progetto, patrocinato dal comune di Crema ed intitolato "per crescere insieme in difesa dei più deboli" era indirizzato inizialmente alle classi quinte elementari, ma le insegnanti della direzione didattica del secondo Circolo di Crema, da cui è iniziato, hanno richiesto con insistenza l'intervento delle lezioni anche nelle classi seconda, terza e quarta.-
Contemporaneamente a questa iniziativa è arrivata la notizia della disperata situazione di Baffo e i bambini dei Sabbioni hanno subito voluto dimostrare tutta la loro sensibilità. Adesso bisogna incrociare le dita e sperare che nella "lontana" Mogoro qualcuno voglia e riesca a far qualcosa per lo sfortunato cagnolino 
Emanuele Serina

 


 

L'UNIONE SARDA  -  8 marzo 2004   Oristano e Provincia
 
 
l’espediente
Due cagne in amore aprono la battuta, verranno sparse nel paese polpette con sonnifero
 

Mogoro (OR)

 

Oggi è il gran giorno della caccia a Baffo. Scenderanno in campo proprio tutti stamattina per strade e piazze di Mogoro per cercare di catturare il cane che ha commosso l’Italia, anche le due cagnette innamorate di proprietà del barracello Vincenzo Cau. Obiettivo immobilizzare l’animale che da mesi porta un fil di ferro che martoria il suo collo e liberarlo da quell’assurdo collare confezionato dalla mano di una persona senza alcuna sensibilità per una bestia indifesa. La mobilitazione di oggi è stata decisa nei giorni scorsi nella sala riunioni della Giunta municipale di Mogoro in un incontro fra il primo cittadino Gianni Pia, i barracelli, i responsabili del servizio veterinario della Asl 5 e l’associazione animalista di Cagliari Amici miei. Una task force che ha coinvolto la prefettura di Oristano che, anche dopo una precisa richiesta di chiarimenti sulla soluzione del caso Baffo da parte del senatore della Lega Nord Luigi Peruzzotti, segue con scrupolosa attenzione le ricerche del cane. Tutti in strada dunque; primo cittadino, barracelli, animalisti. I soci di Amici Miei arriveranno stamane a Mogoro intorno alle otto, «dobbiamo assolutamente trovare questo cane, ci sono tanti veterinari pronti a prendersi cura di Baffo», dice Cicci Rattu, dell’associazione cagliaritana. «La sostanza usata come sonnifero da iniettare in alcune polpette di carne arriverà intorno alle nove dalla Asl di Sanluri - annuncia il sindaco Gianni Pia - speriamo che questi sforzi e questa grande mobilitazione possano servire davvero a catturare il cane». Certamente le ricerche si concentreranno in quei rioni dove Baffo è stato avvistato nelle ultime ore. Come sabato sera, poco dopo le venti, quando Gianni Pau di Sanluri ma fidanzato a Mogoro, ha visto la bestiolina mangiare vicino ai cassonetti dei rifiuti di via Oristano. «Giravo in macchina e ho notato il cane che corrispondeva alla descrizione di Baffo, sono corso verso i cassonetti, ma l’animale è scappato, dileguandosi nella vicina campagna», racconta Pau. Era lui (piccola taglia, dal pelo marrone e soprattutto molto spaventato), avvistato, sempre in quella zona, da un gruppo di scout nei giorni scorsi in via Nuoro. Alcune polpette di carne saranno sistemate anche nel cortile di Adolfo Musio, in vico Eleonora, che ha visto Baffo aggirarsi con degli amici a quattro zampe in periferia, vicino alla strada per Gonnostramatza. Le battute per catturare l’animale si protrarranno fino al tardo pomeriggio. La speranza è davvero quella di poter rispondere a tutte le e-mail arrivate nella casella di posta elettronica de L’Unione Sarda e del Comune di Mogoro con la frase «Baffo è finalmente libero».

Antonio Pintori
 


 

L'UNIONE SARDA  -  9 marzo 2004   Oristano e Provincia
 
Baffo avvistato e fotografato ma non si riesce a prenderlo
 
Mogoro (OR)
 

Lo hanno avvistato, perfino fotografato. Ha mangiato una polpetta di carne al sonnifero e poi è scappato via. C’è mancato davvero poco ieri mattina per catturare Baffo, il cane col pezzo di fil di ferro al collo che tiene col fiato sospeso l’Italia. Erano circa le 9,30. Il gruppo, formato da vigili comunali, barracelli e veterinari della Asl stava per partire per cercare la bestiolina per strade e piazze di Mogoro, quando Baffo si è presentato nel parco davanti al Municipio. Mancavano solo gli animalisti dell’associazione Amici Miei di Cagliari, in viaggio verso il paese della Marmilla: sono arrivati venti minuti dopo. Ma, forse, nel frattempo la baraonda attorno al cane è stata esagerata. Macchine fotografiche, richiami, la sistemazione delle carne piena di sonnifero devono aver spaventato Baffo, che ha mangiato appena una polpetta, per poi scappare. In tanti lo hanno inseguito, vigili, barracelli, ma ogni tentativo è stato vano.

Il cane correva troppo in fretta, a zampe levate e si è dileguato nella campagna vicino a Masullas. E qui nasce il nuovo caso. L’animale con il collare fatto di fil di ferro, potrebbe provenire proprio da Masullas e non essere dunque di Mogoro. «Un allevatore stamattina mi ha detto di notare ogni giorno quel cane arrivare a Mogoro dalle campagne di Masullas in compagnia di altri cani», dice il vigile Giuseppe Scanu.

E il sonnifero? «In condizioni normali sarebbe stato efficacissimo, ma quella fuga agitata del cane potrebbe aver vanificato l’effetto della sostanza soporifera», dice il responsabile del servizio veterinario della Asl Marco Perria. Anche gli animalisti di Amici Miei, che hanno proseguito ieri pomeriggio le ricerche a Masullas, hanno lasciato Mogoro delusi. Baffo è ancora da solo con quel suo doloroso fil di ferro, anche se chi lo ha visto ieri mattina sostiene che il suo collo non sanguini più e dalle foto non si vede alcun fil di ferro. Una domanda è però lecita: sarà davvero Baffo il cane avvistato ieri mattina? La ricerca è rimandata ai prossimi giorni.
 

 

dalla Mailing list di Bairo un messaggio dei bambini della scuola di Crema indirizzato al sindaco di Mogoro (OR) - 9 marzo 2004
 
Caro Sindaco.
Abbiamo letto sul quotidiano "L'Unione Sarda" di oggi, del tentativo fallito di catturare Baffo.
Insieme all'associazione Bairo, chiediamo di fare il possibile, estendendo le ricerche anche ai comuni vicini.
Speriamo che Baffo non sia spaventato al punto da non farsi più vedere.
Ti ringraziamo per l'impegno e aspettiamo buone notizie
Le insegnanti e gli alunni della classe 4' - Scuola elementare Sabbioni -
Direzione 2' Circolo di Crema.
 

 

L'UNIONE SARDA
mercoledì 10 marzo 2004

Oristano e Provincia

 
 
Il veterinario: «Ha la trachea perforata»
 

Baffo è finalmente libero da quel fil di ferro che rischiava di farlo morire. La piccola bestia, un meticcio dal pelo corto e marrone, due anni di vita e nove chili di peso, che ha scatenato un caso nazionale di maltrattamento ad un animale indifeso, è stato catturato ieri intorno alle 17, in via Fratelli Cervi, in pieno centro a Mogoro, davanti all’abitazione di Adriana Sechi, che in questi ultimi giorni più volte lo aveva sfamato (senza riuscire a bloccarlo). Trasportato nell’ambulatorio del veterinario Davide Brugnone il medico ha rimosso dal collo del povero cane quel fil di ferro, che rischiava di strangolarlo o provocarli un’emorragia. La mobilitazione è scattata alle sedici. Il vigile Giuseppe Spanu ha notato l’animale in via Fratelli Cervi ed ha chiamato il responsabile del servizio veterinario di Mogoro Marco Perria. Arrivato sul posto, Perria ha consegnato alla signora Sechi le polpette col sonnifero. E proprio grazie alla preziosa collaborazione della donna il cane è stato immobilizzato. Baffo si è fidato della sua benefattrice, si è avvicinato, ha mangiato la polpetta ed alle 17 ha manifestato i primi segni di mancamento. A quel punto è intervenuto Perria, che gli ha somministrato un sedativo più potente. Da qui la corsa all’ambulatorio di Brugnone, che è subito intervenuto sul collo dell’animale. Le sue parole sono eloquenti: «Il fil di ferro ha provocato una profonda cicatrice sul collo. Sotto il mento il ferro gli ha oltrepassato la carne viva bucandogli la trachea - spiega Brugnone - Baffo, se non fosse stato liberato da questo collare rischiava di morire per soffocamento od emorragia provocata dal sangue perso per il grosso foro praticato dal ferro». Frasi che fanno rabbrividire. Come ha potuto una persona umana, viene da chiedersi, essere artefice di una simile barbaria ad un povero cane che non aveva la possibilità di ribellarsi. Ma, ironia della sorte, questo mascalzone non potrà avere un nome ed un volto. Baffo non è stato microcippato, quindi non è possibile risalire al proprietario. Una cosa è certa. La bestiolina non viene da Mogoro, visto che tutti i cani del paese sono stati cippati nei mesi scorsi. Potrebbe essere di Masullas, secondo le testimonianze di allevatori che spesso lo hanno visto arrivare dalle campagne di quel paese, o da un altro centro vicino. Baffo è comunque fuori pericolo. Prognosi riservata, finché la ferita non si cicatrizza ed un trattamento, prescritto da Brugnone, di un ambiente caldo per 24 ore, una radiografia al collo e una terapia antibatterica ed antidolorifica per l’associazione animalista “Amici Miei” di Cagliari, che ieri ha preso in consegna il cane dalle mani del sindaco Gianni Pia. «Un grande risultato», dice Cinci Rattu di Amici Miei, «il cane sarà ospitato da una nostra socia, Flavia Carta di Ghilarza e sarà preso in cura dal veterinario di Paulilatino Salvatore Oppo. Quando si sarà rimesso, decideremo il suo affidamento». Soddisfatto anche il sindaco di Mogoro: «Abbiamo impegnato importanti risorse in termini di tempo e uomini ma era un nostro dovere etico», dice Pia: «Con tutta la gente che da tutta Italia ci ha dipinto come crudeli e senza cuore, noi cittadini di Mogoro abbiamo dato prova di essere sensibili e civili», aggiunge il tenente dei barracelli Giuseppe Perria.

Antonio Pintori

 
Mogoro.
Il randagio si è finalmente lasciato prendere: il Comune l’ha già adottato
Baffo è libero e guarirà, ma ha rischiato di morire
Il veterinario: «Quel fil di ferro gli ha perforato la trachea»
 

Baffo è finalmente libero da quel fil di ferro che rischiava di farlo morire. La piccola bestia, un meticcio dal pelo corto e marrone, due anni di vita e nove chili di peso, che ha scatenato un vero caso nazionale di maltrattamento ad un animale indifeso, è stato catturato ieri pomeriggio, intorno alle 17, in via Fratelli Cervi, in pieno centro a Mogoro, davanti all’abitazione della signora Adriana Sechi, che in questi ultimi giorni più volte lo aveva sfamato (senza riuscire a bloccarlo).
Trasportato nell’ambulatorio del veterinario Davide Brugnone, in via Emilio Lussu, il medico ha rimosso dal collo del povero cane quel fil di ferro, che rischiava di strangolarlo o provocarli una pericolosissima emorragia. La mobilitazione è scattata alle sedici. Il vigile Giuseppe Spanu, in un giro di perlustrazione per avvistare Baffo, ha notato l’animale in via Fratelli Cervi ed ha chiamato il responsabile del servizio veterinario di Mogoro Marco Perria. Arrivato sul posto, Perria ha consegnato alla signora Sechi le polpette col sonnifero. E proprio grazie alla preziosa collaborazione della donna il cane è stato immobilizzato. Baffo si è fidato della sua benefattrice, si è avvicinato, ha mangiato la polpetta ed alle 17 ha manifestato i primi segni di mancamento. A quel punto è intervenuto il dottor Perria, che gli ha somministrato un sedativo più potente. Insomma meno clamore e confusione, che l’altra mattina avevano vanificato la cattura del cane nel parco verde davanti al comune e Baffo è stato fermato. Da qui la corsa all’ambulatorio di Brugnone, che è subito intervenuto sul collo dell’animale. Le parole del veterinario sono eloquenti: «Il fil di ferro ha provocato una profonda cicatrice sul collo del cane. Sotto il mento il ferro gli ha oltrepassato la carne viva bucandogli la trachea», spiega Brugnone, che aggiunge: «Baffo, se non fosse stato liberato da questo assurdo collare, rischiava di morire per soffocamento od emorragia provocata dal sangue perso per il grosso foro praticato dal fil di ferro».

Frasi che fanno rabbrividire. Come ha potuto una persona umana, viene spontaneamente da chiedersi, essere artefice di una simile barbaria ad un povero cane che non aveva la possibilità di ribellarsi. Ma, ironia della sorte, questo mascalzone non potrà avere un nome ed un volto. Baffo non è stato microcippato, quindi non è possibile risalire al proprietario. Una cosa è certa. La bestiolina non viene da Mogoro, visto che tutti i cani del paese sono stati cippati nei mesi scorsi. Potrebbe essere di Masullas, secondo le testimonianze di allevatori che spesso lo hanno visto arrivare dalle campagne di quel paese, o da un altro centro vicino. Baffo è comunque fuori pericolo. Prognosi riservata, finché la ferita non si cicatrizza ed un trattamento, prescritto da Brugnone, di un ambiente caldo per 24 ore, una radiografia al collo e una terapia antibatterica ed antidolorifica per l’associazione animalista “Amici Miei” di Cagliari, che ieri nel tardo pomeriggio ha preso in consegna il cane dalle mani del sindaco Gianni Pia.

«Un grande risultato», dice Cinci Rattu di Amici Miei, «il cane sarà ospitato da una nostra socia, Flavia Carta di Ghilarza e sarà preso in cura dal veterinario di Paulilatino Salvatore Oppo. Quando si sarà rimesso, decideremo il suo affidamento». Soddisfatto anche il sindaco di Mogoro: «Abbiamo impegnato importanti risorse in termini di tempo e uomini ma era un nostro dovere etico», dice Pia: «Con tutta la gente che da tutta Italia ci ha dipinto come crudeli e senza cuore, noi cittadini di Mogoro abbiamo dato prova di essere sensibili e civili», aggiunge il tenente dei barracelli Giuseppe Perria. Certo la foto di Baffo con la cicatrice dovrebbe far riflettere quella spietata mano che gli ha provocato tanto dolore. Non ha un volto ed un nome per l’opinione pubblica, ma dentro di sé dovrebbe solo vergognarsi.

Antonio Pintori

 

La Nuova Sardegna

mercoledì 10 marzo 2004

 

L'UNIONE SARDA

mercoledì 10 marzo 2004

Mogoro. 

Il randagio si è finalmente lasciato prendere: il Comune l’ha già adottato Baffo è libero e guarirà, ma ha rischiato di morire 

Il veterinario: «Quel fil di ferro gli ha perforato la trachea» 
 

Baffo è finalmente libero da quel fil di ferro che rischiava di farlo morire. La piccola bestia, un meticcio dal pelo corto e marrone, due anni di vita e nove chili di peso, che ha scatenato un vero caso nazionale di maltrattamento ad un animale indifeso, è stato catturato ieri pomeriggio, intorno alle 17, in via Fratelli Cervi, in pieno centro a Mogoro, davanti all’abitazione della signora Adriana Sechi, che in questi ultimi giorni più volte lo aveva sfamato (senza riuscire a bloccarlo).

Trasportato nell’ambulatorio del veterinario Davide Brugnone, in via Emilio Lussu, il medico ha rimosso dal collo del povero cane quel fil di ferro, che rischiava di strangolarlo o provocarli una pericolosissima emorragia. La mobilitazione è scattata alle sedici. Il vigile Giuseppe Spanu, in un giro di perlustrazione per avvistare Baffo, ha notato l’animale in via Fratelli Cervi ed ha chiamato il responsabile del servizio veterinario di Mogoro Marco Perria. Arrivato sul posto, Perria ha consegnato alla signora Sechi le polpette col sonnifero. E proprio grazie alla preziosa collaborazione della donna il cane è stato immobilizzato. Baffo si è fidato della sua benefattrice, si è avvicinato, ha mangiato la polpetta ed alle 17 ha manifestato i primi segni di mancamento. A quel punto è intervenuto il dottor Perria, che gli ha somministrato un sedativo più potente. Insomma meno clamore e confusione, che l’altra mattina avevano vanificato la cattura del cane nel parco verde davanti al comune e Baffo è stato fermato. Da qui la corsa all’ambulatorio di Brugnone, che è subito intervenuto sul collo dell’animale. Le parole del veterinario sono eloquenti: «Il fil di ferro ha provocato una profonda cicatrice sul collo del cane. Sotto il mento il ferro gli ha oltrepassato la carne viva bucandogli la trachea», spiega Brugnone, che aggiunge: «Baffo, se non fosse stato liberato da questo assurdo collare, rischiava di morire per soffocamento od emorragia provocata dal sangue perso per il grosso foro praticato dal fil di ferro».

Frasi che fanno rabbrividire. Come ha potuto una persona umana, viene spontaneamente da chiedersi, essere artefice di una simile barbaria ad un povero cane che non aveva la possibilità di ribellarsi. Ma, ironia della sorte, questo mascalzone non potrà avere un nome ed un volto. Baffo non è stato microcippato, quindi non è possibile risalire al proprietario. Una cosa è certa. La bestiolina non viene da Mogoro, visto che tutti i cani del paese sono stati cippati nei mesi scorsi. Potrebbe essere di Masullas, secondo le testimonianze di allevatori che spesso lo hanno visto arrivare dalle campagne di quel paese, o da un altro centro vicino. Baffo è comunque fuori pericolo. Prognosi riservata, finché la ferita non si cicatrizza ed un trattamento, prescritto da Brugnone, di un ambiente caldo per 24 ore, una radiografia al collo e una terapia antibatterica ed antidolorifica per l’associazione animalista “Amici Miei” di Cagliari, che ieri nel tardo pomeriggio ha preso in consegna il cane dalle mani del sindaco Gianni Pia. 

«Un grande risultato», dice Cinci Rattu di Amici Miei, «il cane sarà ospitato da una nostra socia, Flavia Carta di Ghilarza e sarà preso in cura dal veterinario di Paulilatino Salvatore Oppo. Quando si sarà rimesso, decideremo il suo affidamento». Soddisfatto anche il sindaco di Mogoro: «Abbiamo impegnato importanti risorse in termini di tempo e uomini ma era un nostro dovere etico», dice Pia: «Con tutta la gente che da tutta Italia ci ha dipinto come crudeli e senza cuore, noi cittadini di Mogoro abbiamo dato prova di essere sensibili e civili», aggiunge il tenente dei barracelli Giuseppe Perria. Certo la foto di Baffo con la cicatrice dovrebbe far riflettere quella spietata mano che gli ha provocato tanto dolore. Non ha un volto ed un nome per l’opinione pubblica, ma dentro di sé dovrebbe solo vergognarsi.

Antonio Pintori 

 

 

 

DA LIBERO - 10 MARZO 2004
 
La storia: una vita da randagio
 
Salvato il cagnolino Baffo. Ma adesso cerca una famiglia
 
Di Oscar Grazioli
 
- Caro Sindaco, dacci una mano a salvarlo,- questo il succo di una letterina inviata al primo amministratore del comune di Crema (Cremona) dall'insegnante e dagli alunni delle elementari Sabbioni. - Caro Sindaco e cari bambini della scuola di Crema, vi annunciamo che Baffo è stato catturato e gode ottima salute.- Era stato il quotidiano l'Unione Sarda a lanciare l'allarme nei confronti di Baffo, un bastardino di piccola taglia che si aggirava nel centro del piccolo comune di Mogoro, in provincia di Oristano, con un collarino che non era proprio un bijou firmato  ma un filo di ferro annodato a cappio che penetrava in profondità nella carne facendola sanguinare. Quello che aveva turbato i bambini della scuola di Crema era il fatto che il piccolo Baffo girava da diversi giorni per le vie del paese senza che nessuno si desse la pena di aiutarlo. Il giorno dopo che Libero ha pubblicato la lettera della scuola di Sabbioni, in redazione sono arrivate numerose sollecitazioni da parte di semplici cittadini, ma anche di importanti personaggi pubblici. Numerose persone, oltre alla stessa scuola di Crema, si erano offerte di adottare il bastardino. A questo punto gli amministratori sardi ce l'hanno messa tutta. Il povero Baffo terrorizzato non si lasciava prendere. Per alcuni giorni era addirittura scomparso facendo temere il peggio. Tutto il paese di Mogoro si è mobilitato e, alla fine, la missione è stata compiuta con l'aiuto della signora Adriana che avendo già dato da mangiare al cane è riuscita ad avvicinarlo. Grazie ad una polpetta soporifera preparata con cura dal veterinario dell'Asl, il dottor Perria. Una volta satollo e assonnato è stato catturato e trasportato immediatamente nello studio del dottor Davide Brugnone, a Oristano. Il veterinario ha provveduto a togliere i pezzi di filo di ferro annodati che ormai penetravano in profondità, fino a sfiorare la trachea. Pochi giorni e Baffo probabilmente avrebbe trovato una morte orribile. Una volta medicato, il piccolo bastardino è stato affidato alla signora Rattu che lo porterà a Cagliari presso i locali di una associazione di protezione degli animali, ma pare che il comune di Mogoro abbia già manifestato l'idea di rientrarne in possesso, non sappiamo per quale destino. Sarebbe carino a mio avviso, che la scuola di Crema, quella che ha sollevato il problema a livello nazionale, coronasse il sogno di poter adottare questo cagnolino di solo nove chili di peso, maschio di due anni d'età. Se il comune di Mogoro fosse d'accordo vivremmo tutti più felici e più contenti, come nelle fiabe a lieto fine.
 

 

 

L'UNIONE SARDA
giovedì 11 marzo 2004

Oristano e Provincia

 
Mogoro (OR)
Una scuola lombarda: «Vogliamo adottare Baffo»
 

Baffo ieri giocava tranquillo con una nuova amichetta, Ricciola, nel suo spazioso box del canile di Ghilarza. Il meticcio che dalle strade e piazze di Mogoro ha commosso alunni e suscitato le proteste di animalisti di tutta Italia sembra essersi già dimenticato di quel pezzo di fil di ferro che per oltre un mese gli ha martoriato il collo, rischiando di farlo morire. Ora lo assiste Flavia Carta, una socia di «I miei amici», associazione che si occupa di tante bestioline abbandonate nel canile di Ghilarza. «Baffo è tranquillo - dice la giovane - Ieri ha letteralmente divorato alcune gustose polpette di carne». E questa volta non erano piene di sonnifero, come quelle che hanno permesso di catturarlo martedì pomeriggio. Ormai la caccia e le battute di barracelli e vigili comunali sono acqua passata, anche se sono state preziosissime per liberare l’animale da quel cappio al collo. Così come le cagnette innamorate, che non sono mai state utilizzate per attirare Baffo, scappato lunedì mattina prima di poter avvertire il loro richiamo. Adesso lui non ne ha più bisogno e gioca con Ricciola nel box lungo dieci metri. Ed un triste destino lo accomuna alla sua nuova amica. «Ricciola è una cagnetta abbandonata, trovata lo scorso anno legata ad un cancello», aggiunge la Carta. Baffo rimane sotto le cure del veterinario Salvatore Oppo di Paulilatino. Ieri gli alunni della Media di Crema hanno gioito alla notizia della cattura del cane e lo vorrebbero adottare. «Sono discorsi prematuri - dice Cinci Rattu, presidente dell’associazione Amici Miei, che lo ha preso in custodia dal sindaco Gianni Pia - aspettiamo che Baffo si rimetta, poi affronteremo il problema». Intanto il sindaco di Mogoro ha inviato ieri una nota dettagliata sulla cattura del cane e la cessione agli animalisti di Cagliari alla Asl, al prefetto di Oristano ed all’assessorato regionale alla Sanità. «Abbiamo dato una risposta efficace ad una sfida etica e morale», scrive giustamente Pia. Ora Baffo sta bene.

Antonio Pintori

 

 

CORRIERE DELLA SERA  -  11/3/32004

 
Ferito e spaventato, da un mese il piccolo randagio si aggirava per Mogoro, in provincia di Oristano

 

Cagnolino sardo adottato via Internet dagli scolari di Crema

CREMA (Cremona) - Baffo, bastardino di pelo marrone, è finalmente libero dal filo di ferro che per giorni e giorni gli ha stretto il collo: dopo un mese di tentativi e grazie a un paio di polpette al sonnifero, martedì, il veterinario è riuscito ad avvicinarlo e curalo. E’ accaduto a Mogoro, in provincia di Oristano: ma a reclamare Baffo, decisi ad adottarlo, curarlo e trovargli una famiglia affettuosa, sono una ventina di bambini di quarta elementare della scuola Sabbioni, del secondo circolo di Crema. Ma gli alunni non sono gli unici: come spesso capita in questi casi, decine di persone, impietosite dalla storia di Baffo, gli hanno offerto ospitalità. Ma i bambini di Crema reclamano la precedenza perché, affermano, sono stati i primi a dirsi disponibili a curare Baffo: lo hanno fatto con una letterina - non la prima - al sindaco di Mogoro ed ora attendono il loro beniamino che, per il momento, ha ancora bisogno di cure. La storia è cominciata una decina di giorni fa, quando gli scolari - che con le maestre Anna Maria Avogadri ed Emanuela Groppelli, da gennaio, seguono il progetto «Per crescere insieme in difesa dei più deboli» - hanno cominciato a seguire via Internet la vicenda del cane randagio che, da un mese, si aggirava per Mogoro con il collo ferito dal filo metallico: era tanto spaventato che nessuno riusciva ad avvicinarlo. Così, con l’assistenza di Enrica Boiocchi , del gruppo Bairo (che si occupa appunto di protezione degli animali), i ragazzi si sono messi in contatto con gli amministratori di Mogoro: ora, aspettano Baffo.
 
Rosaria Brusaferri


Lombardia

 

 

LA VOCE DI CREMA – 11 MARZO 2004

 

Salvato da una morte certa in Sardegna, solo ora tutti fanno a gara per adottarlo

 

“Baffo è salvo e lo vogliamo noi”

 

Gli alunni dei Sabbioni sognano di incontrare il cagnolino

 

L’associazione Bairo assicura che in città troverebbe una vera casa

 

Crema: Vi ricordate di Baffo? Il piccolo cagnolino di due anni e di poco più di cinque chili che aveva il collo stretto da un filo di ferro?

Quello stesso cagnolino che i bambini della quarta elementare dei Sabbioni avevano deciso di adottare? Ebbene, c’è una buona notizia: Baffo è stato liberato finalmente da quel “cappio” di ferro a Mogoro, in provincia di Oristano. Ora i bambini dei Sabbioni lo attendono a braccia aperte. Ma sorge, inaspettato, un nuovo problema.

Il triste caso di Baffo, dopo la letterina dei bambini cremaschi al sindaco di Mogoro, è diventato un caso nazionale e, ora, una volta “catturato”, tutti gli abitanti del paese sardo e dintorni appaiono intenzionati ad adottarlo lasciando così a bocca asciutta gli alunni cremaschi  ai quali, in un certo senso, il cagnolino deve la vita. Per prendere l’animale, che spaventato e provato dal dolore fuggiva a più non posso, sono state utilizzate delle polpette con lieve sonnifero. Il veterinario che per primo l’ha visitato, ha spiegato: - il fil di ferro ha provocato una profonda cicatrice sul collo del cane. Sotto il mento il ferro gli ha oltrepassato la carne viva bucandogli la trachea.-

Davvero pazzesco. Enrica Boiocchi, vicepresidente dell’associazione Bairo, colei che per prima ha portato all’attenzione dei bambini della frazione cremasca il caso di Baffo vuole cederci chiaro:- I bambini appena hanno saputo che il cane era stato liberato hanno iniziato ad urlare dalla gioia. – Il nostro cane è libero, il nostro cane è libero- dicevano in coro.

Ma come detto, non tutto sembra andare per il verso giusto. Qualcosa o qualcuno separano ancora il randagio “sardo” dai suoi “salvatori”. Ora – conferma Enrica Boiocchi- sembra che tutto il paese, dove fino a pochi giorni fa nessuno si curava della sorte di Baffo, voglia adottarlo. Noi dell’associazione Bairo vogliamo sapere però tutto. Come verrà curato, da chi verrà accudito e se verrà trattato bene. Non vogliamo che finisca in breve in un canile, dopo che la “moda” sarà passata. Noi siamo disposti a portarlo in Lombardia, a curarlo in una pensione per cani e, infine, a trovargli una famiglia. Magari proprio uno di questi bambini dei Sabbioni vuole Baffo. Loro hanno fatto tanto per salvarlo e alla fine ci sono riusciti.- Il fatto che il cagnolino sia libero, per il momento, è già un happy-end, se poi davvero lo si potesse portare a Crema, allora bisognerebbe davvero festeggiare
 


 

IL GIORNO – 11 MARZO 2004

 

Gli scolaretti di Crema in aiuto di Baffo, cane sardo

 

Crema: Il cane Baffo non lo sa ma se, da ieri, è sano e salvo è anche grazie agli scolaretti della elementare Sabbioni di Crema. E al ponte di tenerezza e solidarietà che ha unito per più di un mese la città della Lombardia a un paese della Sardegna, Mogoro in provincia di Oristano. Il caso del randagio era stato segnalato la prima volta all’inizio di febbraio dal quotidiano l’Unione Sarda. Il cagnolino vagava con un fil di ferro stretto attorno al collo, che gli aveva procurato ferite che si stavano infettando. Spaventato e sanguinante, non si faceva avvicinare da nessuno. La sua storia, anche attraverso internet era arrivata alla scuola elementare di Crema e aveva colpito molti i bambini. In particolare gli alunni della classe quarta, che da gennaio stanno partecipando ad un progetto sul rispetto verso gli animali, la natura e ogni forma di vita, patrocinato da dal Comune e affidato all’associazione  animalista Bairo. I bambini hanno chiesto alla loro maestra Annamaria Avogadri, di aiutarli a scrivere una lettera al Sindaco di Mogoro:- Caro sindaco – scrivono tra l’altro gli alunni, - ci ha stupito la notizia dell’indifferenza degli abitanti del tuo paese. Potresti convincerli ad aiutare i vigili a catturarlo e trovargli magari una famiglia?- L’Unione sarda ha riportato la mobilitazione degli scolari di Crema e il tam-tam in favore del randagino è proseguito. La “caccia grossa”, però a base di polpette per allettarlo non aveva dato esiti. Fino a quando ieri Baffo, finalmente, è stato preso e potrà essere curato. La bella notizia è arrivata subito nella scuola dei Sabbioni. Come diceva quella canzone di Gaber, qualcosa tipo:- non rubate i sogni ai bambini…- L. Acc.
 

 

Messaggio inviato dagli iscritti in mailing list di Bairo al sindaco di Mogoro (OR) 14/03/04
 

Egregio Sindaco

 
Le scriviamo innanzitutto per ringraziarla e complimentarci pubblicamente con Lei, per ciò che ha fatto in favore del piccolo Baffo: cagnolino che, senza il suo intervento, ora sarebbe certamente morto di una lenta e orribile agonia. 
La sua azione è stata importante e tempestiva ed è andata ben oltre i limiti dei doveri d'ufficio.
Questo denota spiccata sensibilità e compassione verso le forme di vita non umane che spesso vengono lasciate al loro destino, ignorate e dimenticate. Ci auguriamo vivamente che anche  altri comuni  seguano un esempio così civile e di grande progresso sociale e culturale.
La sensibilità verso le sofferenze animali  è davvero molto limitata nel nostro paese, considerato progredito: constatare che esistono uomini che si battono per i loro diritti, fa sperare che, forse, si possa aprire uno spiraglio anche per chi non ha nessuna arma di difesa, tranne l'aiuto della nostra voce.
Siamo estremamente compiaciuti per il messaggio etico e morale che sarà d'insegnamento anche per coloro che, purtroppo, guardano al mondo animale per il solo ed esclusivo  profitto che possono trarne.
Un meticcino randagio e sofferente, condannato ad una morte atroce, grazie a voi tutti, oggi può scodinzolare felice e con pazienza ed amore riacquisterà fiducia nell'uomo.
Siamo consapevoli che è un compito gravoso dare risposta immediata alle aspettative della collettività, alla risoluzione di penose realtà simili a "guerra non dichiarata" contro i più deboli ed indifesi che, come l'uomo, hanno il sacrosanto diritto alla vita ed al rispetto.
Questa dolorosa storia, in cui la vittima è stata un essere indifeso ed innocente, ha colpito in modo particolare altri piccoli esseri innocenti del mondo animale, appartenenti al genere umano.
Tutti gli alunni della scuola Sabbioni di Crema hanno pianto, trepidato, pregato e sperato per la salvezza di Baffo ed ancor prima della sua cattura, Le hanno inoltrato la richiesta di adozione del piccolo cagnolino.
I bimbi non mentono, i bimbi esprimono i loro sentimenti al di là dei rigidi canoni che regolamentano la vita degli adulti. In questo loro desiderio c'è tutto l'amore, il più casto e puro e siamo certi che ha raggiunto il suo cuore, così come ha raggiunto il nostro.
Tutti noi ora siamo in trepida attesa per la sorte del piccolo cagnolino preso in carico da Lei e affidato provvisoriamente all'associazione Amici Miei che sta seguendo il corso della sua salute.
Vorremmo a questo punto chiederle un ulteriore gesto di grande nobiltà d'animo, che solo pochi umani sono in grado di compiere.
I bambini della scuola elementare di Sabbioni di Crema, vorrebbero poter abbracciare il loro beniamino alla cui notizia di liberazione, hanno gioito ed esultato. Sarebbe un finale fra i più teneri e felici che si possa desiderare in un mondo in cui solo la materialità delle cose non da più spazio ai sentimenti.
Il suo gesto proverebbe che le favole esistono ancora, ma che pochi umani hanno il potere di tradurle in realtà.
L'amore non ha frontiere, le cure attualmente prestate a Baffo sono giù un lieto fine ma vorremmo pregarLa di non privare i bimbi di questo sogno.
La loro gratitudine, il rispetto ed il ricordo che avranno di Lei e di Mogoro tutta sarà il premio più grande. Giovani anime che un domani saranno uomini nella nostra società, migliori o peggiori in base all'esempio che avranno ricevuto. Lei arricchirà il loro bagaglio culturale.
RinnovandoLe i nostri ringraziamenti e nella speranza che ciò avvenga ci scusiamo per aver abusato del suo tempo.
Restiamo in fiduciosa attesa di poter veder avverarsi questa storia a lieto fine.
 
 
GRUPPO BAIRO Onlus

 

L'UNIONE SARDA - 17 MARZO 2004
 
Mogoro (Oristano)
Gli alunni di Cremona: «Vogliamo adottare Baffo»
 

Lo vogliono a tutti i costi. Hanno scritto nei giorni scorsi al sindaco di Mogoro Gianni Pia per chiedere di adottare Baffo, una richiesta ribadita da Daniela Giussani di Bergamo, dell’associazione animalista Gruppo Bairo. Gli alunni di Cremona, «che hanno trepidato, pianto e sperato per la salvezza di Baffo» vorrebbero prendersi cura del meticcio liberato nei giorni scorsi a Mogoro da un pezzo di fil di ferro legato al collo che rischiava di ucciderlo. Gli alunni della provincia di Cremona hanno invitato con diversi messaggi il sindaco Pia a interessarsi del caso e ora si complimentano con lui per l’importante risultato raggiunto. Vorrebbero diventare i nuovi amici di Baffo, in un canile di Ghilarza, sotto la tutela dell’associazione Amici Miei. «Per ora è opportuno che Baffo completi la sua riabilitazione psico-fisica in Sardegna» dice Pia. «Non vogliamo fare un torto agli alunni di Crema. Anzi siamo pronti a dare in adozione un altro cane randagio che abbiamo microcippato l’altro giorno, Neretto, affidato temporaneamente al canile di Selargius». (an.pin.)

 

dalla Mailing list di Bairo - 17 marzo 2004
 
da Daniela da Roma:
 
Vorrei pregare gli iscritti di inserire il loro commento nell'apposito spazio messo a disposizione dall'Unione Sarda.
Per quanto mi riguarda l'ho già fatto con il testo seguente e prego Bairo di pubblicare il mio nome e cognome per dimostrare all'anonimo di turno che le sue minacce non costituiscono alcun motivo di timore per chi agisce nella legalità ed in nome della giustizia.

 

E' riprovevole questo mercanteggiare un randagio al posto di un altro da parte del sindaco G. Pia.

Mi sorge il dubbio che tutta la coreografia organizzata per la cattura di Baffo sia stata montata più per orgoglio ferito che per reale compassione e civiltà. O, magari, la verità è ancora un’altra…..il sindaco ha semplicemente eseguito delle disposizioni impartitegli dall’alto per chiudere la storia nel tentativo di tutelare il buon nome dei sardi all’estero.

E’ impossibile nascondere la verità dietro ad un dito…per meglio dire...."al recupero psicofisico di Baffo in Sardegna" presso l'associazione animalista Amici Miei, peraltro spuntata per magia solo dopo le insistenti richieste d'intervento di tutta Italia e totalmente assente quando il cane girovagava con il collo insanguinato costretto da un laccio metallico. Diciamolo chiaramente, Baffo sarebbe morto se la sua storia fosse rimasta sconosciuta.

Nasce spontaneo ipotizzare che sia una presa di posizione per una forma di vendetta quella di negare l'adozione di Baffo ai bimbi della scuola Sabbioni di Crema.

Questa forma di rivalsa nei confronti di coloro che hanno dato voce alla sofferenza di Baffo è semplicemente disgustosa!

Il sindaco Pia, con il suo attuale comportamento, mette a nudo la sua assoluta assenza di sensibilità e sta manifestando la sua vera essenza.

Sta penalizzando contemporaneamente i bimbi ed il cagnolino:

- i primi, colpevoli solo d'innocenza, purezza ed amore, sono angosciati e depressi perché "qualcuno" sta uccidendo il loro sogno.    

- il secondo, inizialmente vittima innocente di un delinquente, attualmente vittima degli umori di un sindaco, viene costretto a vivere dietro le sbarre di un canile.

E triste constatare l'indifferenza e la facilità con cui un adulto, per giunta un'autorità per eccellenza, stia giocando con i sentimenti dei bambini colpendoli direttamente al cuore. Gli elogi manifestati cadono nel nulla, assumono i contorni di meriti immeritati. 

La solita triste, vergognosa e disumana storia della vittoria dei più forti sui deboli.

Vi sarei estremamente grata se pubblicherete il mio messaggio.

 

Daniela Romagnoli

Gruppo Bairo Onlus

bairo.info

 

Ciao a tutti

Winny

 

 

 

LA VOCE DI CREMA – 18 MARZO 2004

 

Sconcertante rivelazione per gli alunni dei Sabbioni che tanto si sono adoperati per salvare l’animale in Sardegna

 

“Baffo resta qui, se volete vi mandiamo un altro cane randagio”

 

Crema: Gianni Pia è il sindaco di Mogoro in provincia di Oristano. Colui al quale gli alunni della quarta elementare dei Sabbioni hanno scritto le lettere affinché il cane Baffo fosse salvato dal filo di ferro che gli stringeva il collo e lo stava portando alla morte. Anche grazie a quelle lettere si è avuta la mobilitazione a livello nazionale che ha portato a salvare la vita a Baffo. Gianni Pia sull’Unione Sarda ha dichiarato:- Non vogliamo fare un torto ai bambini di Crema, per ora. Però è opportuno che Baffo completi la sua riabilitazione qui in Sardegna. Siamo comunque pronti a dare in adozione alle elementari di Sabbioni un altro cane randagio che abbiamo micricippato l’altro giorno e affidato temporaneamente al canile di Selargius. Il suo nome è neretto.-

In buona sostanza: prendetevi neretto che noi ci teniamo Baffo. Non c’è che dire. I bambini dei sabbioni, le maestre e l’associazione Bairo che ha seguito l’intera vicenda, sono rimasti sconcertati. – Se dovevamo adottare un cane randagio a casa, allora era sicuramente meglio andare al canile di Crema dove ci sono molti piccoli cuccioli abbandonati.- Questo deve essere stato il pensiero alla notizia della dichiarazione del primo cittadino di Mogoro. I bambini cremaschi si erano affezionati a Baffo, alla sua storia e baffo volevano, ma in Sardegna non sembrano d’accordo.
 

 

 

IL GIORNO

MILANO

28 MARZO 2004

 
 

La storia di Baffo salvato dai bimbi
non è diventata una favola col lieto fine
 
La storia del cane Baffo e degli scolaretti di Crema poteva essere la classica favola col lieto fine. E invece...
La storia che vogliamo raccontarvi si svolge fra la Sardegna e la Lombardia. I bambini di una quarta elementare, la Sabbioni di Crema, durante un corso di educazione al rispetto dell’ambiente, animali compresi, promosso dal Comune e svolto da una volontaria dell’associazione Bairo, apprendono la vicenda di un piccolo cane randagio che vaga da giorni in un paese della Sardegna con un filo di ferro attorno al collo. E’ l’Unione sarda a riportare la vicenda del cane, ribattezzato Baffo, e gli scolaretti la seguono con attenzione. Baffo, vittima di chissà quali maltrattamenti, dell’uomo non si fida più e non si fa avvicinare. Gira sanguinante e con poche speranze di sopravvivere. I bambini sono molto colpiti e scrivono al sindaco del paese, che è Mogoro, in provincia di Oristano. Sono preoccupati soprattutto perchè temono che la ferita provocata dal filo di ferro possa infettarsi. E sono stupiti dall’indifferenza degli abitanti del paese: «Caro sindaco, potresti convincere la popolazione ad aiutare i vigili a prendere Baffo?». Così, in effetti, accade. Baffo, dopo appostamenti e fughe, viene «catturato» e curato. Nella classe di Crema i bimbi esultano: ce l’hanno fatta, hanno vinto l’indifferenza e hanno salvato Baffo. Ma perchè la favola sia vera, occorre il finale «e tutti vissero felici e contenti». Gli scolaretti vorrebbero adottarlo. Gli comprano ossi e biscotti, decidono di fare una colletta perchè abbia una bella cuccia. E gli trovano pure una vera famiglia disposta ad accoglierlo. Ma il sindaco risponde picche: Baffo resta nel canile. Se volete, vi mandiamo un altro cane. Perchè? Baffo è già un po’ loro, per questo vogliono lui e non un altro cane. Questi bambini lo hanno fatto nascere una seconda volta. Se dici di no a un bambino, almeno spiegagli il perchè. E se non capisce la richiesta, cerchi di tornare bimbo anche lei, signor sindaco di Mogaro.
Laura Accordino

[email protected]
 

 

 

IL GIORNO

MILANO

18 aprile 2004

 
Scriviamo tutti al sindaco di Mogoro per aiutare venti scolaretti e un cagnolino

 

Scusate se insisto. Ma quando una bella storia rischia di concludersi in modo triste, inutilmente triste, proprio non riesco ad archiviarla. Sto parlando della storia del cane Baffo e dei ragazzi di IV della scuola elementare Sabbioni di Crema. Ricordate? Durante un corso di educazione al rispetto dell'ambiente e del mondo animale, che prevedeva anche la lettura in classe di articoli su vari temi, i bambini erano rimasti colpiti dalla vicenda di un randagino riportata dall'Unione Sarda. In un paese in provincia di Oristano, Mogoro, un meticcio focato vagava da giorni con un pezzo di ferro stretto attorno al collo, che rischiava di strozzarlo. I bambini avevano scritto un accorato appello al sindaco, Gianni Pia, pregandolo di salvare il cagnolino. Dopo avvistamenti e tentativi, Baffo era stato finalmente preso, salvato e affidato al canile di Ghilarza, gestito dall'associazione Amici miei. Gli scolaretti di Crema avevano riscritto al sindaco, ringraziandolo e chiedendo di poter adottare il loro amico Baffo. "Per ora è opportuno che Baffo completi la sua riabilitazione psico-fisica in Sardegna - ha risposto il sindaco sul quotidiano sardo -. Non vogliamo fare un torto agli alunni di Crema. Anzi siamo pronti a dare in adozione un altro cane randagio". Ma i bambini questa decisione non l'hanno proprio capita. Baffo è già un po' "loro": per lui si sono mobilitati, hanno trepidato, sperato, e l'hanno salvato. Per questo, ora, vorrebbero adottarlo. L'hanno capito bene, invece, le lettrici e i lettori che mi hanno scritto, invitandomi a trovare un modo per dare una mano agli scolaretti di Crema. E allora, perchè in tanti non scriviamo una e-mail, civile e gentile, al sindaco Gianni Pia, invitandolo a esaudire questo piccolo desiderio di venti bambini di nove anni? Non è un capriccio, il loro. Sarebbe bello se potessero iniziare con una speranza esaudita il cammino nel mondo dei "grandi". Ecco l'indirizzo [email protected] (io ho già fatto!).
E grazie anche da Baffo.

Laura Accordino

 

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