SETTIMANALE GENTE – 13 MARZO 2003

 

Lo scandalo dei cani di razza beagle, destinati alle torture per la sperimentazione

Per ora è salvo: però sta rischiando ancora la vita

Da mesi si indaga sull’attività di ditte che allevano cani usati come cavie per esperimenti.

Si tratta dei Beagle, la cui dolcezza ricorda lo Snoopy del famoso fumetto.

Resistono al dolore: così sono ricercati per le barbare pratiche. Ma ora c’è chi vuole salvarli.

di Renzo Magosso

San Paolo d’Enza (Reggio Emilia)    marzo

Allevare un cane perché lo facciano a pezzi, da vivo. Nel migliore dei casi perché lo imbottiscano di farmaci sperimentali destinati a procurargli indicibili sofferenze. Questa realtà non arriva dall’altro capo del mondo: è stata per decine di anni l’attività commerciale di una ditta specializzata con sede a san Polo d’Enza, vicino a Reggio Emilia, la ditta Morini che ha allevato centinaia di cani di razza Beagle (quelli che assomigliano un po’ a Snoopy, il bracchetto dei cartoni animati) destinati a crudeli pratiche chirurgiche e farmaceutiche. La vicenda è esplosa il 28 maggio dello scorso anno quando, alla frontiera del Brennero la polizia stradale ha bloccato un carico di 56 Beagle destinati ai laboratori in Germania. Lo sdegno di chi ama gli animali è stato enorme, c’è stata una sorte di sollevazione popolare. Il Consiglio della regione Emilia Romagna ha votato una apposita legge per vietare l’allevamento di cani per fini sperimentali. Un gruppo di legali ha fatto ricorso, opponendosi, in particolare, alla revoca dell’autorizzazione concessa alla ditta Morini del comune di San. Polo D’Enza per l’allevamento a scopo di vivisezione. E’ intervenuto il Tribunale amministrativo regionale (Tar) che ha confermato:"Il sindaco di San Paolo deve revocare l’autorizzazione comunale per allevare cani e gatti a fini sperimentali". Il sindaco Ettore Ghielmi, dopo un primo momento di perplessità, ha confermato la revoca dell’autorizzazione comunale alla ditta Morini per l’allevamento di cani destinati alla vivisezione. Ma la battaglia degli amici degli animali non si è fermata: le associazioni animaliste hanno denunciato l’esistenza di altri allevamenti di cani in altre regioni, per esempio in Lombardia, pronti a sostituirsi "in affari" alla ditta Morini con l’obiettivo della vivisezione. Intanto centinaia di poveri cuccioli Beagle (una razza che risulta particolarmente resistente al dolore, quindi è la preferita dagli sperimentatori) continuano a vivere in gabbie di ferro nell’attesa che qualcuno decida se devono finire squartati in nome della sperimentazione o lasciati liberi. Loro possono soltanto aspettare. In silenzio. Guardando le sbarre con gli occhi velati di paura. Ma come è cominciata la vicenda dei Beagle destinati alla sperimentazione? Era il 28 maggio 2002 quando una pattuglia della polizia stradale ha fermato per accertamenti un convoglio che stava trasportando 56 cuccioli di Beagle. Sul certificato d’accompagnamento era specificata anche la destinazione finale: un laboratorio di Amburgo, in Germania, specializzato in esperimenti su animali, in particolare test tosssicologici. La notizia ha immediatamente fatto il giro della Penisola, come un fremito: centinaia di animalisti hanno organizzato manifestazioni di protesta. Il quotidiano Dolomiten ha comprato i 56 cuccioli e li ha poi affidati a cittadini che si sono dichiarati disposti a garantirne il futuro in condizioni di benessere. L’attenzione degli attivisti delle associazioni animaliste si sposta sulla ditta Morini: filtra la notizia che dall’allevamento sono usciti 56 Beagle destinati in Germania per sostituire la "merce" bloccata al Brennero. – Il carico di cuccioli,- spiega Enrica Boiocchi, vicepresidente dell’Associazione animalista Bairo che si è interessata a fondo della questione - è stato per fortuna bloccato mentre già si trovava sulle strade della Svizzera, diretto in Germania. Quei poveri cani come anche gli altri Beagle intercettati al Brennero erano stati venduti come "merce" e la loro era fine segnata.- A questo punto il Consiglio della Regione Emilia Romagna mette velocemente a punto una legge contro l’allevamento di animali a fini sperimentali. La legge viene pubblicata e diventa quindi operativa il 1° agosto 2002: si tratta della prima del genere in Italia. Il suo titolo è:- Norme contro la vivisezione.- Tutto finito? No, perché a distanza di pochi giorni dal varo della legge sono partite dalla ditta Morini altre tre spedizioni di cani Beagle (in tutto 114 animali) destinati ai laboratori di aziende farmaceutiche con sede in Italia. La triplice spedizione è stata scoperta: la ditta Morini ha ricevuto una multa di 35 mila euro, una settantina di milioni di vecchie lire. I cani sono stati affidati alla Guardia Forestale.- A questo punto la vicenda si è tinta di giallo: 21 novembre la ditta Morini ha denunciato il furto di 129 cani, tutti di razza Beagle. Il "rapimento" è stato poi rivendicato da una strana sigla, Alf, che si definisce Fronte di Liberazione Animale. Cinque di questi cuccioli sono stati misteriosamente abbandonati davanti al centro di soccorso animali di Modena. Erano in cattive condizioni, i veterinari hanno cominciato a curarli. Ma, improvvisamente, anche questi cinque cuccioli sono di nuovo stati rapiti. L’azione è stata rivendicata nuovamente dalla fantomatica Alf.- Una cosa davvero strana.- ha commentato l’animalista Enrica Boiocchi – perché non si capisce come mai questi misteriosi personaggi che si dicono del Fronte animalista prima rapiscono tutti i 129 Beagle, poi ne fanno ritrovare cinque e in secondo tempo se li vanno a rapire di nuovo. Sembra di stare in un incubo anche perché di tutti questi poveri cuccioli si sono perse le tracce e nessuno sa più dove si trovino, ammesso che siano ancora vivi.-Nel frattempo, alcune case farmaceutiche con sede in Italia, prima fra tutte le Sigma Tau di Pomezia, vicino a Roma, hanno annunciato di aver di aver sospeso ogni sperimentazione con i cani. E la ditta Morini ha dato mandato ai suoi legali di ricorrere al Tar contro la decisione di revocare il permesso di allevare cani per fini sperimentali. Il Tar ha confermato la revoca. Ma il sindaco di San Polo D’Enza, Ettore Ghielmi ha preso posizione:- In questo modo è soltanto il Comune a rischiare perché questa legge è stata fatta molto in fretta e senza dispositivi d’attuazione. C’è il rischio di dover risarcire la ditta per i danni subiti in conseguenza alla revoca.- La presa di posizione del sindaco Ghielmi ha suscitato nuove polemiche.- ho avuto l’assicurazione da parte del presidente della regione che il Comune che amministro non potrà essere citato, nemmeno in caso di ricorso alla Corte Costituzionale e a questo punto ha avvallato la decisione di revocare il permesso alla ditta Morini di allevare cani destinati alla sperimentazione. Per me la faccenda è chiusa. La ditta può allevare cani e gatti soltanto per venderli a privati come animali da compagnia.- Ora l’attenzione degli animalisti si è spostata su altri allevamenti che si sospetta abbiano rilevato gli "affari" sui cani destinati alla sperimentazione. – In questo particolare c’è una ditta nel Bresciano a Montichiari,- spiega l’animalista Enrica Boiocchi, - che è autorizzata ad allevare cani Beagle destinati alla sperimentazione e non soltanto per malattie come i tumori: i cani vengono torturati per produrre cosmetici. E’ davvero sconvolgente ma è proprio così. Noi animalisti, però, stiamo allerta. E presto chiederemo anche alla Lombardia di varare una legge come quella che è diventata operativa in Emilia Romagna.- Intanto, negli allevamenti della Lombardia e di altre regioni, centinaia di cuccioli Beagle attendono, tristemente, di sapere quale sarà il suo destino.

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